Che Saverio Raimondo fosse uno dei più innovativi e corrosivi comici italiani era già cosa nota, ma CCN, la sua striscia quotidiana in onda su Comedy Central (canale 124 di Sky), forse segna il passaggio definitivo a una maturità artistica che meriterebbe migliore stampa. Raimondo è reduce dal rivoluzionario Dopofestival di Sanremo, andato in onda solo sul web nel febbraio scorso, un’esperienza para-televisiva di successo che ha provocato anche qualche malumore tra i morigerati corridoi di viale Mazzini. Con CCN, il comico ha confermato la sua vocazione “americana”, segnando una distanza sempre maggiore dal modo di far ridere tipicamente italiano. È acido, corrosivo, politicamente scorrettissimo, non ha paura di usare il sesso nei suoi sketch, ma senza quel pecoreccio che ha fatto la fortuna di gran parte del cabaret di casa nostra. Oltre alle ultime tendenze comiche americane, in CCN c’è un po’ di Daniele Luttazzi (e anche questo è un merito innegabile) e soprattutto c’è il tentativo di rianimare la satira in tv, un genere stanco, che ormai può contare solo su Maurizio Crozza.
Una delle ultime puntate andate in onda su Comedy Central era dedicata alla crisi economica, con un approccio ovviamente grottesco alle perigliose vicende finanziarie del Vecchio Continente. Va premesso che Raimondo da sempre è impegnato in una personalissima e divertentissima battaglia per la laicità e contro l’ingerenza delle gerarchie ecclesiastiche, e la sua comicità utilizza spesso questo registro. Parlando di crisi economica e Ue, il comico ha lanciato l’allarme “Vaticano”, con un finto monito delle istituzioni comunitarie alla Santa Sede: “L’Ue non crede più nei ‘miracoli’ della finanza vaticana e dello Ior e la Santa Sede rischia di uscire dall’euro. Il papa fa sapere che darà la caccia agli evasori dell’otto per mille”. Nella prossime puntate, invece, Raimondo si occuperà di emergenze sanitarie e vaccini e di crisi delle religioni (riecco il suo apprezzato cavallo di battaglia).
L’esperimento “americano” di Saverio Raimondo è più che riuscito. Resta il rammarico di non riuscire a vedere la sua comicità, che per l’Italia è rivoluzionaria, su una rete generalista destinata a una platea televisiva più ampia. Ma in un palinsesto che si affida a Il Segreto e alle serate musicali dedicate a Padre Pio, c’è davvero da sorprendersi?