Liberi tutti. La politica non interessa a Pier Silvio Berlusconi, ogni anno i giornalisti glielo chiedono nel corso della presentazione dei palinsesti Mediaset, e ogni anno lui risponde vade retro. C’è da credergli; e forse gli crederebbe anche Sigmund Freud, se avesse resistito fino alle due di notte di martedì scorso. Un Pier Silvio show di seconda e terza serata, innaffiato di mojito e vino bianco, lieto di rispondere alle domande in pieno stile “Uno contro tutti”.

La politica che può attendere, il “m’ama, non m’ama più” con Matteo Renzi (“Non tifo più per lui, ci spero perché devo”), gli scenari globali con l’amico Bolloré (magnate delle telecomunicazioni), la Juventus solo in versione pay fino a gennaio. Tutto era cominciato molte ore prima nello Studio 10 di Cologno Monzese allestito in versione nozze di gala, al centro il tavolo degli sposi (Pier Silvio e i suoi manager), gli altri tavoli che si irradiano all’infinito, e un’atmosfera da convention con i cronisti al posto degli investitori. Sul palco Gerry Scotti duetta con Pier Silvio e in una applaudita gag si fa rottamare la parabola, ricevendo in cambio la nuovissima scheda wi-fi per vedere i canali Premium; i balletti del coreografo di Amici, l’esibizione dei Kolors, band vincitrice del talent della De Filippi.

Tutto profumava di palinsesto: gli annunci della serata evento con Celentano, il cartone Adrian di Milo Manara, il prossimo varo del Grande Fratello Vip, il passaggio tra i tavoli come in ogni pranzo di nozze che si rispetti. Sembrava quasi di esserci finiti dentro, in una prima serata di Canale5, salvo poi passare alla seconda serata dell’Uno contro tutti. E si capiva che quando dice che non entrerà mai in politica, Pier Silvio è sincero. Non rischiamo di vederlo scendere in campo al posto al padre, perché non è in quel campo che batte il suo inconscio. Casomai, potremmo vederlo al posto di Scotti.

Il Fatto Quotidiano, 2 luglio 2015

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