Economia & Lobby

Slot machine, i movimenti del ‘no’ vincono: la lobby dell’azzardo accusa il colpo

I tanti sindaci e governatori virtuosi che hanno legiferato per contrastare il dilagante fenomeno delle slot machine possono tirare un sospiro di sollievo. Sembra infatti che Matteo Renzi ne abbia fatta una giusta: ha definitivamente lasciato decadere il cosiddetto Decreto Baretta (dal nome del Sottosegretario dell’Economia e delle Finanze Pierpaolo Baretta, veneziano, Pd), che non è approdato al Consiglio dei Ministri.

Voluto fortemente dalla lobby dell’azzardo, il famigerato decreto che avrebbe dovuto riordinare tutte la materia del “gioco pubblico” (e sarebbe da aprire una bella parentesi terminologica su quello che viene chiamato “gioco pubblico”) è stato per fortuna bloccato.

“È un buon lavoro preparatorio – dice Renzi – se necessario nella Legge di Stabilità potremo usare qualche suo spunto, ma il dibattito non era maturo e la riflessione sul comparto deve continuare.”
Bene!

Ma perché questo decreto era nel mirino di tutte le Associazioni e gruppi di cittadini che si stanno tenacemente battendo contro le slot machine e per arginare il triste fenomeno delle azzardopatie?

1) Il primo e più importante motivo era che – in nome di una presunta coerenza nazionale – avrebbe annullato tutti i provvedimenti virtuosi di Comuni e Regioni in materia di limitazione e prevenzione dell’azzardo e avrebbe impedito loro l’emissione di nuovi provvedimenti in materia. Sarebbe stata veramente la fine: niente avrebbe più potuto limitare l’ubiquità delle slot.

2) Non bloccava del tutto la pubblicità in materia di azzardo, in particolare la permetteva nei canali sportivi, molto seguiti da quelli stessi giovani che potrebbero essere a rischio azzardopatia.

3) Il potere autorizzativo (per le sale slot) veniva sottratto ai Questori e girato all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Vuol dire per esempio che il Questore di Padova non avrebbe più potuto negare – come invece ha fatto – l’autorizzazione a una nuova mega sala vicina alla stazione ferroviaria.

Questi i motivi principali, in particolare il primo era entrato davvero nel mirino di tutti quelli che hanno a cuore il benessere della cittadinanza. Ma in realtà il progetto di decreto di nefandezze ne conteneva varie altre. Per esempio l’articolo 75 conteneva la norma “salva Sisal”, come ha denunciato Giovanni Endrizzi del Movimento 5 Stelle. Ma che bisogno c’è di salvare una ricca concessionaria come la Sisal direte voi. C’è bisogno, perché a scavare per bene si scopre che anche quello dell’azzardo è un mercato tipico del capitalismo finanziario degli ultimissimi decenni, un vero castello finanziario. E come ben ci spiega il sociologo Maurizio Fiasco in questo suo dialogo con Marco Dotti, il castello sta pure per scoppiare, per questo la lobby spingeva fortemente a favore del Decreto Baretta.

Come la finanza stessa sia oggi diventata una sorta di casinò lo racconta per esempio Andrea Baranes, presidente della fondazione culturale di Banca Etica. In un capitoletto di Vite in gioco, oltre la slot economia (autori vari, Città nuova, 2014), in modo semplice e chiaro ricostruisce come la finanza oggi, anziché un servizio, sia diventata un mostro speculativo che divora l’economia e la società.

Sia come sia Renzi deve aver annusato il ‘no’ forte e chiaro della società civile e dell’associazionismo, deve aver percepito la sempre più diffusa consapevolezza e avversione della popolazione e ha lasciato cadere il decreto.

E adesso cari sindaci e governatori, scatenatevi, continuate l’opera virtuosa che avete già iniziato; è il momento buono, promulgate nuovi provvedimenti, contrastate in tutti i modi l’aberrazione dell’azzardo all’italiana. Forse siamo già sulla strada giusta, perché i numeri di questo infame mercato cominciano a calare.

E la lobby? La lobby ha preso una bella scoppola, Marco Dotti ne descrive lo stato d’animo in un bell’articolo si vita.it Lobby sull’orlo di una crisi (di nervi). Massimo Passamonti, Presidente di Sistema Gioco Italia, aderente a Confindustria, ha dichiarato: “Quello che è successo oggi assomiglia a un delitto perfetto. Oggi siamo al Day after del settore del gioco.” Naturalmente si riferisce al gioco d’azzardo e non al gioco in generale e comunque se davvero è stato un delitto perfetto, bene, benissimo. Una battaglia è vinta. Ma non bisogna rilassarsi, non bisogna abbassare la guardia.