L’obiettivo del 2007 non verrà raggiunto e Volkswagen North America continuerà ad avere dei problemi, almeno per i prossimi due anni. Se a dirlo è Michael Horn, numero uno della filiale americana del gruppo tedesco, gli si può credere tranquillamente, perché quando parla di “crescita limitata nei prossimi due anni” e di “difesa delle quote di mercato attuali”, in realtà i suoi pensieri vanno a una disfatta totale. Sono passati ben otto anni da quando a Wolfsburg decisero il target di un milione di auto all’anno da vendere negli Stati Uniti entro il 2018, di cui 800.000 Volkswagen e 200.000 Audi, senza contare gli “spiccioli” dei marchi di lusso come Bentley, Bugatti e Lamborghini. La situazione attuale (2014) è leggermente più fosca, con il marchio di Wolfsburg fermo a circa 367.000 unità – e in recessione da due anni consecutivi mentre il resto del mercato cresce a due cifre – e quello di Ingolstadt arrivato a 182.000. Nei primi cinque mesi del 2015, peraltro, le vendite sono calate ancora del 4%.
Ma dove sta il problema? Nella mancanza di prodotti adeguati, semplicemente. Suv e pick-up sono il pane quotidiano dell’automobilista americano e Volkswagen è tanto carente nei primi quanto assente nei secondi (nell’immagine in alto, l’offerta della sezione Suv del sito americano Volkswagen). Allo stesso tempo, in Usa non subiscono il fascino della Golf che è una compatta europea come tante, mentre la Passat va molto meglio. Così, alla fine dei conti, l’auto più venduta risulta essere la Jetta, sì, quella che in Italia finisce quasi nelle barzellette. Ma la cosa ancora peggiore è che fino al 2017, la gamma rimarrà sostanzialmente invariata, per cui è meglio prepararsi a incassare i colpi. “L’obiettivo di 800.000 auto all’anno è sempre rilevante”, ha dichiarato Horn in un’intervista ad Automotive News, “ma se uno si focalizza solo sul breve termine rischia di fare degli errori, mentre la cosa più importante è avere una strategia a lungo termine”. Peccato che la strategia di Volkswagen abbia un grande difetto: è lenta.
La nuova fabbrica vicino a Chattanooga, infatti, è costata circa un miliardo di dollari, ma i nuovi Suv da costruirvi ancora non ci sono. Servirebbero le nuove Tiguan e Touareg, ma anche un “mid-size” e un “compact”, tutti modelli che non arriveranno prima di un paio d’anni. Senza contare che il pick-up Amarok non viene esportato negli Stati Uniti perché essendo inquadrato come “light truck” pagherebbe troppe tasse e risulterebbe fuori mercato; l’errore, a suo tempo, fu di non produrlo negli Stati Uniti. Ma quella del pick-up, in Volkswagen, è una storia vecchia da anni, poiché al quartier generale di Wolfsburg non si sono mai decisi a produrlo. Più in generale, è la poca attenzione che dalla Germania manifestano nei confronti degli Stati Uniti, a essere penalizzante. Passat e Jetta andrebbero sostituite ogni cinque anni (non ogni sette) e i modelli “Us-spec” dovrebbero essere comunque più centrati sui gusti degli automobilisti a stelle e strisce, che, nonostante la globalizzazione, continuano ad avere i loro vezzi.
Fatti a motore
Volkswagen e gli Stati Uniti, una storia in crisi: mancano i prodotti giusti
Il Gruppo tedesco vorrebbe vendere negli Usa un milione di auto all’anno, di cui 800.000 “made in Wolfsburg”, ma i numeri sono impietosi e il 2014 si è chiuso con 366.000 pezzi venduti. Colpa di una gamma inadeguata, di modelli che mancano e di altri che sono osboleti, o poco graditi
L’obiettivo del 2007 non verrà raggiunto e Volkswagen North America continuerà ad avere dei problemi, almeno per i prossimi due anni. Se a dirlo è Michael Horn, numero uno della filiale americana del gruppo tedesco, gli si può credere tranquillamente, perché quando parla di “crescita limitata nei prossimi due anni” e di “difesa delle quote di mercato attuali”, in realtà i suoi pensieri vanno a una disfatta totale. Sono passati ben otto anni da quando a Wolfsburg decisero il target di un milione di auto all’anno da vendere negli Stati Uniti entro il 2018, di cui 800.000 Volkswagen e 200.000 Audi, senza contare gli “spiccioli” dei marchi di lusso come Bentley, Bugatti e Lamborghini. La situazione attuale (2014) è leggermente più fosca, con il marchio di Wolfsburg fermo a circa 367.000 unità – e in recessione da due anni consecutivi mentre il resto del mercato cresce a due cifre – e quello di Ingolstadt arrivato a 182.000. Nei primi cinque mesi del 2015, peraltro, le vendite sono calate ancora del 4%.
Ma dove sta il problema? Nella mancanza di prodotti adeguati, semplicemente. Suv e pick-up sono il pane quotidiano dell’automobilista americano e Volkswagen è tanto carente nei primi quanto assente nei secondi (nell’immagine in alto, l’offerta della sezione Suv del sito americano Volkswagen). Allo stesso tempo, in Usa non subiscono il fascino della Golf che è una compatta europea come tante, mentre la Passat va molto meglio. Così, alla fine dei conti, l’auto più venduta risulta essere la Jetta, sì, quella che in Italia finisce quasi nelle barzellette. Ma la cosa ancora peggiore è che fino al 2017, la gamma rimarrà sostanzialmente invariata, per cui è meglio prepararsi a incassare i colpi. “L’obiettivo di 800.000 auto all’anno è sempre rilevante”, ha dichiarato Horn in un’intervista ad Automotive News, “ma se uno si focalizza solo sul breve termine rischia di fare degli errori, mentre la cosa più importante è avere una strategia a lungo termine”. Peccato che la strategia di Volkswagen abbia un grande difetto: è lenta.
La nuova fabbrica vicino a Chattanooga, infatti, è costata circa un miliardo di dollari, ma i nuovi Suv da costruirvi ancora non ci sono. Servirebbero le nuove Tiguan e Touareg, ma anche un “mid-size” e un “compact”, tutti modelli che non arriveranno prima di un paio d’anni. Senza contare che il pick-up Amarok non viene esportato negli Stati Uniti perché essendo inquadrato come “light truck” pagherebbe troppe tasse e risulterebbe fuori mercato; l’errore, a suo tempo, fu di non produrlo negli Stati Uniti. Ma quella del pick-up, in Volkswagen, è una storia vecchia da anni, poiché al quartier generale di Wolfsburg non si sono mai decisi a produrlo. Più in generale, è la poca attenzione che dalla Germania manifestano nei confronti degli Stati Uniti, a essere penalizzante. Passat e Jetta andrebbero sostituite ogni cinque anni (non ogni sette) e i modelli “Us-spec” dovrebbero essere comunque più centrati sui gusti degli automobilisti a stelle e strisce, che, nonostante la globalizzazione, continuano ad avere i loro vezzi.
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Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".