L'intesa prevede che non ci saranno esuberi strutturali, ma anche incentivi all'esodo e per trasferimenti in altri stabilimenti. Landini ironizza sulle vecchie parole del capo del governo: "Ora possiamo davvero dire che la presenza dell'azienda è fantastica". I sindacati tutti soddisfatti: "E' stato il risultato della lotta sindacale"
Nessun stabilimento chiuso e nessun esubero strutturale. Le parti sociali e Whirlpool hanno firmato un accordo al ministero dello Sviluppo. L’intesa dovrà essere approvata, ma tutti i sindacati esultano. Con loro anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Lo avevamo promesso ai lavoratori #Whirlpool – scrive su Twitter – Nessuna chiusura, nessun licenziamento”. “A questo punto si può dire che la presenza di Whirlpool in Italia ‘è fantastica’” ha dichiarato il segretario della Fiom Maurizio Landini facendo il verso a un vecchio tweet del capo del governo. Per questo risultato “è stata molto importante la lotta dei lavoratori che ha portato l’azienda a riflettere e la solidarietà tra stabilimenti che non è scontata”.
Già da domani, 3 luglio, si terranno le assemblee informative negli stabilimenti e il 13 e 14 luglio i lavoratori saranno chiamati a votarlo. L’accordo evita la chiusura di Carinaro (Caserta) e prevede incentivi all’esodo e per i trasferimenti in altri stabilimenti come Napoli e Varese. Il ministro dello Sviluppo Federica Guidi ha sottolineato come il governo abbia “fatto tutto il possibile e l’impossibile, meglio di così non ci potevamo augurare”. Secondo quanto dice la Guidi “l’azienda ha stanziato investimenti per 513 milioni”. “E’ un grande piano come se ne vedono pochi che valorizza l’eredità e la cultura del paese – ha detto l’ad di Whirlpool, Davide Castiglioni – ogni sito ha la sua missione e garantiscono sostenibilità nel lungo termine”.
L’accordo, secondo la Fiom, è “il risultato della lotta di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori della Whirlpool, di una trattativa che abbiamo deciso di mantenere anche in situazioni difficili, della scelta dell’azienda di individuare soluzioni industriali condivise oltre che sostenibili e del sostegno dato dal Governo alla vertenza”. L’intesa, aggiunge Salvatore Barone (Cgil) “rappresenta un utile esempio di come affrontare, attraverso relazioni industriali rispettose dei diversi interessi in campo, processi complessi di riorganizzazione produttiva e organizzativa che investono aree nazionali e internazionali”. L’esito felice della trattativa “premia due mesi di lotta che hanno convinto alla retromarcia gli americani – commenta Marco Bentivogli, segretario della Fim-Cisl – Con il nuovo piano industriale si passa da un bollettino di guerra a un piano di rilancio” che scongiura, prosegue Rocco Palombella (Uilm), “il rischio di oltre duemila licenziamenti”.