“I tories non sono più quelli di una volta!” è quel che abbiamo pensato leggendo, sul Guardian on line, che il partito di Cameron è fermamente intenzionato a mettere in discussione il finanziamento della Bbc attraverso il canone (che lì si chiama licence fee, è il doppio del nostro e se lo evadi finisci in guai seri). E pensare che il canone lo hanno inventato proprio i conservatori quando nel 1926 istituirono, primi al mondo, il monopolio pubblico della radio, e non per necessità di dittatura, come in Italia o Germania, ma come un modo per tenere fuori dai piedi la concorrenza della radio commerciale americana nonché come una “furbata” per evitare che il nascente broadcasting contendesse i proventi pubblicitari alla carta stampata dei potentissimi editori (che allora facevano e disfacevano la fortuna dei politici).
In seguito, sempre i conservatori, hanno guidato l’ingresso dei privati sia nella radio che nella tv (1952), riuscendo, gli va riconosciuto, a sviluppare l’offerta al pubblico (certamente meglio della follia semi golpista patita dall’Italia con lo sviluppo deregolato della tv commerciale) e a salvaguardare nel contempo gli interessi produttivi nazionali. Col colossale (quello britannico) gettito del canone che faceva da volano a tutto il sistema industriale e, ciò non bastasse, aggiungendo ad opera della Thatcher, santa donna, una seconda tv statale – Channel 4 – finanziata non dal canone, che restava tutto alla Bbc, ma esclusivamente da pubblicità. Sicché ancora oggi la tv “generalista” inglese è costituita da due canali pubblici (tre includendo Bbc2) e due privati (Canale3 e Canale5), che si spartiscono grosso modo a metà l’intera audience estranea alla pay tv.
Ma poi, con gli anni di Blair, i conservatori si sono visti sfilare di mano la creatura, perché quei laburisti, meglio di loro, hanno colto che la tv stava passando da questione interna ad affare internazionale e che la sopravvivenza del prodotto british era ormai legato alla capacità di affermarlo in misura mai vista prima, nei mercati globali. Da qui una serie di norme che hanno orientato i “modi” di spesa della Bbc e hanno fatto la presente fortuna della industria audiovisiva inglese, con l’esplosione dei relativi posti di lavoro.
Da tutto questo i conservatori inglesi sembrano essere rimasti fuori, distratti dall’emergere nel loro campo di movimenti alla Farage (un Salvini rubizzo) che ovviamente cavalcano alla grande lo scomodo ingenerato in qualsiasi spirito dal dover pagare le tasse, qualsiasi tassa. E figuriamoci se non lo capiamo noi che conviviamo da decenni con un canone tanto gracilino quanto contestato ed evaso, alla grande e sfacciatamente, nelle principali regioni del Sud. Alla fine, vedrete, anche nel Regno Unito cercheranno, come sembra si voglia fare da noi, di riformare il canone spalmandolo fra la bolletta elettrica e qualcosa d’altro che le somigli per impercepibilità e inevadibilità. Ma resta il fatto che i tories stanno facendo una figura barbina con se stessi. Mentre noi, se ci riesce di combinare qualcosa, possiamo solo migliorare.