POLTERGEIST
di Gil Kenan – Usa 2014, dur. 93 – Con Sam Rockwell, Rosemarie DeWitt

Se vostra figlia in piena notte appiccica naso, fronte e mani allo schermo tv acceso che sfrigola, allora o la puntata di Bruno Vespa sul caso Ceste è durata oltre le tre ore, oppure siamo nel salone della villetta a schiera costruita su un vecchio cimitero dove si svolge Poltergeist, annata 2015. Remake horror dell’omonimo originale (1982) firmato Tobe Hooper (script di Spielberg), questa versione arriva dopo un capitolo due e un tre che avevano letteralmente grattato il fondo del barile. E come ogni remake non è mai intrinsecamente necessario se non nella rievocazione più o meno scopiazzata del mito, e nella speranza che vista la distanza produttiva in molti non abbiamo mai visto l’originale. Qui c’è un discreto crescendo di suspense di almeno 40 minuti con una regia agilissima nell’equilibrare mobili volanti e apparizioni agli occhi dei bambini e indifferenza per gli adulti; poi un blocco centrale di formalizzazione delle ‘presenze’ più legato al risultato dell’effettistica; infine la classica, disincantata, e meno credibile, convivenza con i fenomeni inspiegabili. Curioso l’aggiornamento tecnologico con drone e iPad per andare a visionare le viscere dell’orrore in modo formalmente realistico ma sensibilmente fuori misura. Coprodotto da Sam Raimi. 2/5