Per Luigi Pelaggi, già capo della segreteria dell'ex ministro Prestigiacomo, restano in piedi le contestazioni per reati ambientali. I legali: "Non ha mai preso una tangente di 700mila euro, la prova dell'innocenza era già in un rapporto della Guardia di Finanza del 2011"
Era stato arrestato il 22 gennaio dell’anno scorso con l’accusa di corruzione dall’autorità giudiziaria di Milano, ma per l’ex commissario di governo Luigi Pelaggi è stata disposta dal gip di Roma, dopo il trasferimento del fascicolo dal capoluogo lombardo alla Capitale per la sua sola posizione, l’archiviazione. I pm di Milano avevano ipotizzato che tonnellate di rifiuti pericolosi dell’ex Sisas Pioltello (Milano) venissero illegalmente smaltiti in discariche italiane o spediti in Germania.
Il 29 giugno scorso il funzionario ministeriale, già capo della segreteria tecnica dell’ex ministro Stefania Prestigiacomo finito nei guai anche per il caso Ilva, ha incassato l’archiviazione da parte del giudice Ezio Damizia come richiesto dalla procura di Roma. ”L’ex commissario di governo Luigi Pelaggi non ha mai preso una tangente di 700 mila euro per la bonifica dello stabilimento Sisas – sottolineano gli avvocati Valerio Spigarelli e Antonio Bana. Per i legali ”la prova dell’innocenza era in un rapporto della Guardia di Finanza, dal 2011 conosciuto dai Pm milanesi”. Pelaggi, ricordano i difensori, era stato scarcerato dopo quasi cinque mesi di detenzione a Regina Coeli.
Pelaggi, che è ”ancora imputato nell’inchiesta per reati ambientali”, si era visto ”addebitata la corruzione sulla base dell’interpretazione di una telefonata tra due coimputati nel processo in cui si parlava dei 700mila euro”; telefonata in cui ”si elogiava l’efficienza di Pelaggi nello sbloccare i fondi per le imprese che operavano nella bonifica del sito”. Per gli avvocati Spigarelli e Bana ”l’ipotesi corruttiva era stata smentita dalle indagini della Guardia di Finanza ed è paradossale che le medesime carte possano portare alla privazione della libertà di un indagato e poi, senza alcuna loro integrazione, all’archiviazione”. Ma, proseguono, ”la liquidazione di questo reato, la corruzione, è solo l’inizio, al più presto sara’ riconosciuta anche l’insussistenza di tutte le altre accuse”.
”Questo è solo il primo passo; ho agito sempre in maniera corretta e rispettosa delle leggi”, per cui anche per ”le accuse di violazioni ambientali e di abuso d’ufficio” sarà ”riconosciuta la mia innocenza. Anzi si riconoscerà – fa sapere Pelaggi attraverso i suoi legali – quello che da sempre è evidente: con la bonifica della Sisas lo Stato italiano ha risparmiato una sanzione economica di oltre 670 milioni di euro già comminata dalla commissione Europea”.