Allo Iamb di Bari (in doppia veste di giudice e premiato nella gare per i migliori piani di sviluppo sostenibile da esporre a Padiglione Italia) l’ideazione e la gestione di Feeding knowledge, uno dei progetti finalizzati a riempire di contenuti lo slogan “nutrire il pianeta, energia per la vita”. Il tutto assegnato a chiamata diretta. Expo si giustifica così: "L’accordo in questione è un contratto di ricerca a rimborso costi”
Un contratto da 1,3 milioni di euro assegnato senza gara. Per Expo la storia si ripete. Oscar Farinetti non è l’unico a essersi assicurato un appalto senza confrontarsi con altri concorrenti. Lo stesso beneficio è toccato anche al Politecnico di Milano e all’Istituto agronomico mediterraneo di Bari (Iamb), interessato di recente dalle indagini sulla Xylella fastidiosa, il batterio che ha colpito gli ulivi del Salento. Ai due enti sono state infatti affidate l’ideazione e la gestione di Feeding knowledge, uno dei progetti finalizzati a riempire di contenuti lo slogan “nutrire il pianeta, energia per la vita”. Tutto regolare? Qualche dubbio viene, a vedere la parsimonia con cui i soggetti coinvolti forniscono informazioni sui dettagli economici dell’accordo.
Partiamo però dal progetto. Iamb e Politecnico hanno lavorato alla raccolta e alla divulgazione delle ‘best practice’ sviluppate in giro per il mondo in ambito di sicurezza alimentare. In tutto ne sono state individuate più di 700, poi messe a gara per scegliere quelle migliori da esporre al Padiglione Zero, uno degli spazi più importanti del sito di Milano-Rho. Come già raccontato da ilfattoquotidiano.it, la gara ha avuto come protagonista indiscusso lo stesso Iamb, che non si è limitato a svolgere il ruolo di organizzatore, ma è stato anche arbitro e giocatore. Ben sei membri sui 18 della commissione di pre-valutazione provenivano infatti dallo Iamb e dal Ciheam, l’organismo intergovernativo di cui lo Iamb è la struttura operativa italiana. Sui 18 progetti vincitori, inoltre, tre avevano come promotore o partner lo Iamb, che in tutto ne ha presentati una trentina. Un conflitto di interessi che ha portato una delle aziende escluse dalla premiazione, la pugliese Emitech, a presentare una denuncia in procura a Milano.
A questo aspetto, su cui ha depositato un’interrogazione la consigliera regionale della Lombardia Silvana Carcano (M5S), se ne aggiunge un altro: l’affidamento dei lavori a Iamb e Politecnico è avvenuto senza alcun bando pubblico. Eppure l’importo è piuttosto consistente: 1,3 milioni di euro. Un numero a cui ilfattoquotidiano.it è arrivato con una certa fatica. Inutile infatti chiedere il valore del contratto a Iamb e Politecnico. Cosimo Lacirignola, segretario generale del Ciheam, l’ha buttata sul “rispetto istituzionale verso Expo. Sono loro a dover dare questa informazione. Alla cifra che le daranno, aggiunga un 20%, la quota di cofinanziamento che spetta a noi”. Parole a cui è seguita poche ore dopo un’email dell’ufficio stampa del Ciheam, che invece rivolgeva il proprio rispetto “nei confronti dell’autorità giudiziaria”, in virtù “della (da lei riferita) tendenza di indagini da parte dei ‘pm di Milano’”. Analoghe le argomentazioni usate come schermo dal Politecnico: “La risposta dovrebbe darla Expo. O in seconda battuta lo Iamb, visto che il nostro ruolo è stato defilato”. Una risposta, alla fine, Expo l’ha data. Dopo un po’ di insistenza, però. E dopo una prima nota che ometteva qualsiasi riferimento ai dettagli economici del contratto.
Ma come mai un progetto da 1,3 milioni di euro è stato affidato senza gara? “L’accordo in questione è un contratto di ricerca a rimborso costi”, risponde la società di Giuseppe Sala, sostenendo che tale tipologia è esclusa dall’applicazione del Codice dei contratti pubblici. Per giustificare la scelta, Feeding knowledge viene definito “un programma di ricerca, finalizzato a creare gli strumenti tecnologici e cognitivi che consentano di migliorare l’accesso e lo sviluppo delle conoscenze per la ricerca e l’innovazione nell’ambito della sicurezza alimentare”. Sarà. Ma dal Politecnico fanno sapere di essersi limitati allo sviluppo della piattaforma informatica che fa da contenitore alle best practice, un lavoro di “consulenza tecnica”. E perché anche quella dello Iamb non è stata considerata una consulenza? La domanda rimane aperta, con una sola certezza: di bandi pubblici non ce ne sono stati. E non vale come giustificazione il fatto che Iamb e Politecnico non siano aziende private. Nei mesi scorsi infatti l’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone ha vietato ad Arexpo, la società proprietaria delle aree Expo, di affidare all’università degli Studi di Milano e allo stesso Politecnico una consulenza sul destino del sito a esposizione conclusa, imponendo la pubblicazione di un bando da 90mila euro. Nel caso di Feeding knowledge il valore del contratto è pure ben più consistente. L’Anac però fa sapere di non poter entrare nel merito della questione, dal momento che l’accordo è stato siglato a luglio 2012. Prima cioè che il governo incaricasse Cantone di vigilare sugli appalti di Expo.
@gigi_gno – luigi.franco.lf@gmail.com