Il giovane, 23 anni, voleva entrare in Iraq ed era sprovvisto di documenti. E' stato portato in ospedale a Erbil e le sue condizioni, secondo quanto riferito dalla Farnesina, non sono gravi. Ha varcato il confine illegalmente, motivo per cui rischia il carcere
E’ stato ferito al confine tra Siria e Kurdistan, mentre stava cercando di entrare in Iraq. Alessandro de Ponti, attivista filocurdo di 23 anni di Treviglio, in provincia di Bergamo, è stato fermato da uomini del Partito democratico del Kurdistan. Colpito ad un braccio, probabilmente a causa di un proiettile, è stato poi trasferito all’ospedale di Erbil. Secondo quanto riferito dalla Farnesina, le sue condizioni non sono gravi, ma una volta uscito rischia di finire in carcere. Il giovane, sprovvisto di documenti, stava cercando di varcare il confine illegalmente insieme ad altri due stranieri, motivo per cui rischia di finire in carcere. La procura di Roma ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato e senza indagati sul ferimento di De Ponti. Gli accertamenti sono affidati al pm Sergio Colaiocco.
De Ponti, che risiede a Treviglio con la madre e la sorella minore, fa parte di un collettivo locale chiamato ‘Tanaliberatutti‘: era partito lo scorso aprile per la Tunisia, ma neppure i familiari, in stretto contatto in queste ore con il ministero degli Esteri, hanno saputo spiegare se il giovane fosse solo, se si trovasse con altri ragazzi, o se avesse viaggiato con qualche organizzazione non governativa. L’ultima tappa prima di attraversare il confine era stata in Turchia, dove si trovava per una vacanza studio. Da lì la partenza verso l’Iraq con l’intento di aiutare il popolo curdo.
Il 23enne nei mesi scorsi è stato denunciato dalla polizia italiana insieme a un altro giovane del suo paese, Simone Vitali, per avere aggredito il videoreporter trevigliese Emy Zanenga. Il cronista è stato picchiato fuori casa la sera del 25 aprile dopo aver ripreso, la mattina, e pubblicato sul suo sito, un gruppetto di contestatori del collettivo e dell’Unione inquilini che, con striscioni e megafono, avevano interrotto la cerimonia ufficiale della Liberazione in piazza Insurrezione, gridando ‘fascista!’ al sindaco Giuseppe Pezzoni, ‘reo’ di non aver impedito un gazebo a Forza Nuova.
(immagine tratta da Facebook)