Il primo cittadino e parlamentare risulta coinvolto nell'inchiesta della procura di Bologna insieme al suo vice. A darne notizia è stato lui stesso: "Ci si imputa che una volta venuti a conoscenza dei fatti, cioè delle presunte truffe sui fondi non avremmo a nostra volta denunciato anche noi le famiglie"
Claudio Broglia, senatore Pd e sindaco di Crevalcore, e il vicesindaco del Comune del Bolognese Mariapia Roveri sono indagati in un’inchiesta della Procura di Bologna sui contributi per l’autonoma sistemazione, concessi dopo il sisma del 2012. Sono accusati di non aver denunciato famiglie, che dopo un controllo dei carabinieri furono trovate in casa pur in presenza di ordinanza di inagibilità, e per via della quale percepivano il contributo. L’inchiesta ha 18 indagati per truffa. Titolare dell’indagine condotta dai carabinieri di San Giovanni in Persiceto è il pm Marco Forte, coordinato dal procuratore aggiunto Valter Giovannini. I presunti autori delle truffe sono tutti stranieri, a parte un nucleo familiare italiano.
A dare notizia dell’avviso di garanzia è stato lo stesso Broglia. L’indagine, spiega il primo cittadino “riguarda un fatto successo nell’estate 2013” e la “mancata denuncia di quattro nuclei familiari residenti in frazione di Palata Pepoli”. Cioè “ci si imputa che una volta venuti a conoscenza” dei fatti, cioè delle presunte truffe sui fondi “non avremmo a nostra volta denunciato anche noi le famiglie”. In seguito al sopralluogo, dice Broglia, “il Comune sospese il contributo previsto per legge e cominciò anche l’azione di recupero del pregresso. Per il ruolo che ricopro ritengo opportuno che questa vicenda si conduca alla luce del sole e che tutti ne siano a conoscenza perché la trovo priva di qualsivoglia portata reale soprattutto se inserita in un contesto così complicato e di emergenza come il terremoto del 2012”.
Alla fine dello scorso anno la Procura inviò avvisi di fine indagine per presunte truffe simili, sempre sui contributi, a Crevalcore, a cinque persone. In un primo momento, è l’ipotesi degli inquirenti, da parte dell’amministrazione non furono segnalati altri casi simili a questi, mentre successivamente, quando la Procura iniziò ad indagare, anche le segnalazioni dal Comune iniziarono ad arrivare.