Dalle intercettazioni, infatti, è chiarissimo che i genitori sono più che perplessi dinanzi a questa figlia che vuole portarli in Siria a combattere per il Califfato. E il viaggio? «Comprate delle valigie, grandi, con le ruote», ha già deciso lei. «Ma vivremo con te?», le chiede la madre. «Nooo, io devo vivere con Said [Aldo, il marito albanese che si è fatto crescere una barba da improbabile terrorista] ma posso stare con voi tutte le volte che voglio». Per indorare la pillola a mamma Assunta, l’unica che sembra aver conservato un barlume di buon senso, Fatima le spiega che arrivati in Siria avranno una «casa con il giardino e l’orto», come in Italia, per concludere trionfalmente: «Potrete coltivare anche tutta la Siria, se vorrete». Come no, l’unico problema sarà schivare i missili terra-aria.
Ma ciò che rende davvero indifendibile la nostra Maria Giulia è l’atteggiamento nei confronti del gatto. In un soprassalto di buon senso, infatti, la madre Assunta le domanda: «Ma con Adriano [il micio di casa] come facciamo? Come lo portiamo? ». Anche qui, la foreign fighter ha la risposta pronta: «No mamma, non si può, il viaggio è troppo lungo, in aereo, in macchina…». «Hai ragione, risponde mammà, già quando l’abbiamo portato a Napoli miagolava sempre», figurarsi a Kobane. E qui Fatima, da ex cattolica, trova le parole giuste per consolare la madre afflitta «Anche questa è una prova grande cui ci sottoponiamo. Adriano starà bene, inshallah». Insomma: «futtetenne, buttalo da un cavalcavia».
A proposito, lo dico per i vicini: adesso che tutta la famiglia è in galera, tranne la figlia snaturata, chi ci pensa al gatto Adriano?