Dunque, anche il Coni ha riconosciuto come pratica sportiva quella dei videogiochi. C’è League of Legends che ha riempito lo stadio di Seul con 40 mila persone per le finali dei mondiali del Riot Games. I giocatori sono dei professionisti, pagati quanto una rockstar. In Corea si muovono con le guardie del corpo e guadagnano come Ibra, Messi e Cristiano Ronaldo. Mi sto appassionando a due riviste on-line, eurogamer.it e vg24/7.it, soprattutto perché hanno un milione di utenti in Italia e la cosa mi incuriosisce molto.
In Corea e in America questi giochi hanno montepremi strabilianti, milioni di dollari, in Italia anche 10mila. Ma in Corea e in America viene insegnata la concept art anche durante gli anni del liceo ai ragazzi. I due giochi che preferisco sono Assassin’s creed, in cui l’ambientazione storica è da urlo, puoi scegliere gli anni della rivoluzione francese, la Roma del cinquecento, Costantinopoli o Firenze antica; e anche La noir, con il caso magnolia da risolvere, si tratta di un giallo, devi scoprire l’assassino guardando solo le espressioni del viso. Sono giochi di un livello eccezionale, vorrei saperne molto di più.
Ho trovato un appuntamento utile per gli appassionati (molto più esperti di me), è per l’8 luglio, all’Accademia Italiana del Videogioco di Roma: c’è Anthony Christov in carne e ossa (il direttore artistico della Pixar) che incontrerà il pubblico e i giocatori in una giornata di grande intrattenimento nerd. Mentre il giorno precedente, il 7 luglio alle 19, ci sarà la proiezione di Wall-E, uno dei maggiori successi della Walt Disney degli ultimi anni (in cui Christov è presente, così come lo era nella Ricerca di Nemo, grande premio Oscar). Aspetto i vostri commenti e nuove strade da percorrere su questo genere…in attesa che cominci il Comic-Con di San Diego, ma questa è un’altra storia.
Ps: domenica scorsa la presentazione sul palco del Caffeina Festival di Viterbo è andata benissimo. Piazza San Lorenzo era strapiena, e quanti applausi! Ho presentato il libro scritto con Giancarlo Giannini sulla sua vita, e lui ha raccontato tantissimi aneddoti, è stato molto divertente. Il momento della consegna del premio che ho improvvisato è stato molto apprezzato con applausi a non finire: si tratta di un robot arduino costruito dai miei (ex-colleghi di fisica e) amici del FabLab di Milano. La targa che ci abbiamo messo sopra diceva “Premio alla carriera come elettronico mancato“, perché Giannini stesso nella sua autobiografia racconta che vorrebbe essere ricordato dai posteri come “elettronico mancato” (il suo diploma e la sua passione è di perito elettronico). In questo link ci sono le foto e il racconto della serata.