Non sono bastate chiassose e reiterate manifestazioni per mesi. A nulla è valsa la protesta costruttiva e ragionata di tutte le opposizioni. Non sono serviti cartelli, slogan e discese in piazza. Nullo (al momento) il ricorso al Tribunale Costituzionale, inconcludenti le critiche di molte associazioni europee. Rajoy e il suo governo, nonostante manchino solo alcuni mesi alla fine della legislatura, hanno tirato dritto e da poche ore la Ley Mordaza, ovvero la nuova normativa sulla libertà di stampa, è diventata effettiva. Le opposizioni gridano per la creazione di un nuovo “Stato di Polizia”, il PP difende la misura evidenziando che ci saranno “manifestazioni più libere e prive di violenza”. Ma, in concreto, cosa cambia da oggi in Spagna? La Ley Orgánica de seguridad ciudadana include 44 normative, classificate in molto gravi, gravi e lievi, con multe che vanno dai 100 fino a 600mila euro. Nel complesso i giudici perdono la potestà su quasi 3mila infrazioni nonché dovranno archiviare decine e decine di procedimenti in corso.
La nuova legge considera un’infrazione qualsiasi perturbazione grave alla sicurezza dei cittadini come, per esempio, le manifestazioni davanti al Congresso, al Senato e ai Parlamenti delle Autonomie, anche in assenza delle sedute (multe dai 601 euro a persona, per il solo “reato” di essere presenti, fino ai 30mila euro). La polizia e non un giudice – ecco il primo cambio polemico dalla vecchia alla nuova riforma – stabilirà se le riunioni in piazza saranno possibili e consentite. “Casuale” la tempistica: proprio ora che il movimento Rodea al Congreso (una sorta di Girotondi di morettiana memoria) sta avendo successo, ecco la norma ad hoc che blocca la protesta. Inoltre sarà vietato mobilitare le masse via Twitter, Facebook o Instagram per una manifestazione prima che essa sia stata autorizzata dalle autorità competenti. Organizzare una protesta in una centrale nucleare (considerata una struttura critica) potrà essere punito con una multa di oltre mezzo milione di euro.
Non solo. Telecamere, telefonini e iPad permettono oggi ad ogni cittadino di registrare, fotografe e twittare senza limiti. In molti casi le registrazioni sono state utilizzate per diffondere immagini di abusi della Polizia o come prove per incriminare gli agenti dal manganello facile. La Ley Mordaza sanziona l’uso non autorizzato delle immagini degli agenti con multe che potranno arrivare anche a 30mila euro, oltre al sequestro dei materiali. Amnesty International ha condannato questa direttiva: “Negli ultimi anni centinaia di cittadini hanno aiutato a denunciare gli abusi perpetrati dalle forze dell’ordine in tutto il mondo. Questa legge è un’autentica vergogna”. Qualcosa di buono c’è: pene più severe per i delitti di odio, di genere (difesa delle donne) e contro il terrorismo. Norme durissime per i bonifici illegali a favore delle casse dei partiti. Sarà considerata illegale una donazione a partire dai 60mila euro, diventerà delitto (fino a cinque anni di carcere) una donazione di cittadini spagnoli a partire dai 500mila euro, dai 100mila euro se parliamo di stranieri. Pene più dure anche per la corruzione, con interdizione dai pubblici uffici dai 9 ai 15 anni. Ultimo inciso, ma non più lieve. Il Código Penal introduce per la prima volta in Spagna la prisión permanente revisable. I ministri di Rajoy e il premier stesso hanno dato sfogo a tutta la loro dialettica–politichese per negare che è entrato in vigore l’ergastolo. Invece è così, hanno solo cambiato un po’ il nome.