Un dialogo tra teatro e cronaca, tra sperimentazione artistica e politica, in un intreccio tra discipline e forme espressive diverse. Torna in Romagna Santarcangelo dei teatri, il festival internazionale di ricerca teatrale più longevo d’Italia, quest’anno alla sua 45esima edizione. Per dieci giorni, dal 10 al 19 luglio, la kermesse animerà le piazze e le vie del piccolo comune in provincia di Rimini, con anteprime nazionali, performance e spettacoli firmati da artisti italiani e stranieri. Una serie di eventi, sono decine, che vanno a comporre un cartellone quest’anno dotato di una forte vocazione politica, attento a indagare il presente, le vicende e i temi che occupano le prime pagine dei giornali, ma anche a ripensare la storia, e a ridisegnare gli spazi pubblici della città coinvolgendo i cittadini in un inedito scambio di prospettive.
Ad aprire il festival sarà un lavoro firmato dall’artista norvegese Milo Rau sulle parole di Anders Breivik, terrorista norvegese responsabile degli attentati del 22 luglio 2011, e della morte di 77 persone. Si chiama “Breivik’s Statement”, e sarà in prima nazionale il 10 luglio alle 21.30, in piazza Ganganelli. Per la prima volta in Italia, Rau, artista che ama affrontare temi tra cronaca e politica, qui si concentra sul lucido e controverso discorso che Breivik, fondamentalista cristiano e nazionalista, ha pronunciato il 17 aprile del 2012, davanti nel tribunale di Oslo. Nella sua arringa il killer spiega il suo crimine professando la propria affinità con il terrorismo di Al Qaeda e dell’estrema destra tedesca, spiegando la sua idea sulla fine dell’Europa disintegrata dall’immigrazione e dal multiculturalismo. Affermazioni che all’epoca furono censurate dai media locali e nascoste al pubblico.
Nel lavoro del artista svizzero/belga Christophe Meierhans, intitolato “Some use for your broken clay pots” (venerdì 10 ore 20.00, sabato ore 11 ore 22.30, Hangar Bianco, domenica 12 ore 21.30, Piazza Ganganelli), invece, l’autore invita gli spettatori a immaginare insieme una possibile nuova Costituzione e una nuova forma di voto e di governo. Volto a immaginare un’altra storia possibile anche il progetto del collettivo tedesco Ligna, che ne “Il grande rifiuto” (prima nazionale, venerdì 10 ore 19.00, sabato 11 ore 17.00, domenica 12 ore 18.00, lunedì 13 ore 19.00, venerdì 17 ore 19.00, sabato 18 ore 17.30, domenica 19 ore 17.00, arco piazza Ganganelli) si interroga su cosa sarebbe successo se l’Internazionale socialista prevista per l’agosto 1914 avesse avuto luogo e si fosse opposta al possibile e imminente scoppio della Prima guerra mondiale.
Tra le novità di quest’anno il progetto Go deep, che il Festival ha affidato a Motus, gruppo di artisti nato nel 1991, a Rimini. Go deep si rivolge ai giovani del territorio, per invitarli a lavorare su l’ex Cinema Astoria di Rimini, una sala abbandonata ormai da anni. Un laboratorio condotto insieme all’artista Andreco, che utilizzerà i materiali di scarto di Arte Fiera di Bologna e che si concluderà con una parata notturna in programma sabato 18, all’1 di notte. Gli artisti di Motus firmano anche MDLSX ( in prima assoluta, sabato 11 e domenica 12 ore 20.00 al Teatrino della Collegiata), spettacolo che porta a Santarcangelo il tema del gender, e definito dagli organizzatori come “un assolo” in cui si “indaga il confine tra maschile, femminile, la mutabilità di genere e la sua valenza soggettiva e politica”.
Frutto di un lavoro durato mesi è poi il progetto Markus Öhrn, intitolato Azdora, termine che in dialetto indica la padrona del focolare, la madre di famiglia, e che oggi s’identifica la signora romagnola non più giovanissima. Una figura responsabile e legata alla cura, alla quale non è permessa alcuna attitudine distruttiva. In omaggio alla sua nonna, l’artista svedese ha voluto collaborare con un gruppo di loro, trasformandole nelle protagoniste di dieci perfomance (una al giorno), in cui svelano “il loro lato più oscuro e distruttivo”. Il risultato è una sorta di rituale black metal.
“Questo festival non ha un’immagine e non ha un titolo” spiega Silvia Bottiroli, direttrice artistica. “Ha invece domande di ricerca, traiettorie, posizioni e dichiarazioni fortissime di artisti. Un festival non si rivolge a uno spettatore ma chiama a raccolta una comunità impossibile. E allo stesso mondo questo festival è fatto dagli artisti e con gli artisti, individualità originali, inconciliabili, voci forti e necessarie d’oggi”.
Un festival, quello di Santarcangelo, che anche quest’anno punta a ridurre drasticamente l’impatto ambientale. Un progetto avviato nel 2013, infatti, prevede una serie di iniziative e l’adozione di alcune pratiche virtuose per limitare il consumo di acqua in bottiglia, la produzione di rifiuti, l’emissione di anidride carbonica e per incentivare l’utilizzo della bicicletta e del carsharing. Qualche esempio: i cataloghi, le cartoline e i pieghevoli (ridotti rispetto agli anni precedenti) sono stati realizzati con carta ecologica certificata, per la mensa e i pasti d’asporto sono stati scelti solo materiali bioplastici compostabili, mentre con l’adesione a un gruppo di energy sharing e l’utilizzo di energia da fonte rinnovabile, il Festival eviterà l’emissione in atmosfera di quasi 20 tonnellate di Co2. Il programma completo è visibile su www.santarcangelofestival.com.