Le scuole di Roma sono messe proprio male, “caratterizzate prevalentemente da una situazione di diffusa e generalizzata vetustà ed usura degli immobili”. Parola del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che, rispondendo ad una interrogazione al Senato, dà conto di 22 ispezioni recentemente effettuate dai Nas dei Carabinieri in altrettanti istituti scolastici della Capitale.
“Tale situazione – spiega Lorenzin – può essere attribuita ad un’assenza di manutenzione straordinaria, che si ripercuote nelle criticità più frequentemente evidenziate su murature, intonaci e pavimenti ormai datati e privi di manutenzione straordinaria che presentano, a causa degli anni, sfaldature, annerimenti e umidità e muffa (dovute ad esempio alla perdita di impermeabilizzazione della guaina nel tetto degli edifici)”. Ci sono poi “servizi igienici vetusti, danneggiati o non funzionanti, anche a causa di sistemi di scarico e sanitari usurati e datati, con problematiche non risolvibili con semplici interventi ordinari; spazi esterni, cortili ed aree giochi trasandati e poco curati, con diffusa insistenza di erbacce e piante infestanti, che favoriscono la presenza di roditori e altri animali; impianti elettrici e termici datati, privi di certificazioni aggiornate all’attuale normativa e con bassa efficienza riscaldante”.
Il ministro riferisce che in sei scuole di Roma ci sono ancora “pavimenti ancora in linoleum, materiale utilizzato negli anni ‘70-’80 e costituito da base di amianto, e di cassoni in eternit, all’epoca impiegati per la raccolta d’acqua ed attualmente dismessi”. Tutte criticità non nuove, sostiene il rappresentante del governo, visto che “risultavano già rilevate e comunicate, di massima, dalle singole direzioni scolastiche, anche se l’avvio di misure correttive risulta fortemente condizionato dalla ristrettezza dei fondi disponibili e da un complesso sistema di assegnazione dei lavori, che dilatano significativamente le tempistiche di attivazione anche di parte dei lavori di manutenzione”.
E nelle scuole romane che hanno ispezionati, i Nas hanno contestato “cinque violazioni amministrative per carenze igieniche e mancata applicazione delle misure di autocontrollo alimentare presso le aree dedicate alla preparazione dei pasti”. Una situazione grave ma non seria, direbbe Ennio Flaiano: “Nonostante le criticità illustrate (sono 8 su 22 le strutture che presentano le carenze più significative) si è comunque rilevata – sottolinea Lorenzin – una situazione generale di accettabile condizione igienica degli ambienti e dei locali ad uso didattico, supportata da un’adeguata periodicità nell’esecuzione dei servizi di pulizia e derattizzazione, affidati ad aziende esterne con procedure di centralizzazione dei rispettivi municipi. Maggiori difficoltà emergono per la realizzazione delle opere manutentive strutturali straordinarie interne ed esterne, che inevitabilmente si ripercuotono in maniera sfavorevole sull’immagine e forniscono una percezione visiva di trascuratezza, disordine e vetustà“. Trascuratezza non solo dentro le aule ma anche fuori: “La minore cura delle aree esterne, con presenza di erbacce e masserizie in cortili e giardini – denuncia – è in parte responsabile anche dell’insistenza di roditori, rendendo meno efficaci le procedure di derattizzazione”.