Due minuti. Tanto è durata la presenza di Silvio Berlusconi nell’aula del Tribunale di Bari dove è stato citato come teste nel processo “escort”. Tra misure di sicurezza eccezionali e una schiera di giornalisti e cameraman, l’ex premier si è limitato a enunciare le proprie generalità e a confermare l’intenzione, comunicata da tempo ai suoi legali, di avvalersi della facoltà di non rispondere. Berlusconi – come ricostruito dall’Ansa – è entrato e uscito da un ingresso laterale evitando sia i cronisti sia Patrizia D’Addario, arrivata in ritardo mentre l’ex Cavaliere lasciava il palazzo di giustizia.
“Sono arrivata tardi apposta – ha spiegato davanti alle telecamere D’Addario, che è parte civile nel processo – perché non volevo incontrarlo, avrei tante cose da dirgli e gliele dirò per lettera”. Una lettera di sei pagine scritte a mano, mentre era in corso l’udienza, e che ha mostrato subito dopo ai giornalisti. “Lei ha distrutto la mia vita – ha scritto rivolgendosi a Berlusconi – ora deve chiedermi scusa e dire la verità sulla nostra storia: a differenza di tutte le ragazze, loro vere prostitute, pagate da lei a caro prezzo e che l’hanno sempre trattata come un bancomat, io non sono mai stata una escort. Non mi ha mai dato soldi ma solo tanti abbracci e baci da innamorato”.
Arrivato a Bari dopo due assenze e un decreto di accompagnamento coattivo poi revocato dai giudici, l’ex premier è apparso sereno e si è concesso per una foto insieme a una avvocatessa e a una sua cliente nei corridoi del palazzo di giustizia. “E’ stato un grosso dispendio di energie per un gesto processuale di scarsa utilità – ha commentato Francesco Paolo Sisto, che assiste Berlusconi insieme con Niccolò Ghedini – magari consentito sul piano formale ma del tutto inutile dal punto di vista sostanziale e che ha comportato rischi per la incolumità e la sicurezza”.
Berlusconi era stato citato come teste da alcuni degli imputati nel processo che vede a giudizio per favoreggiamento della prostituzione l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini e altre sei persone per le ragazze ed escort portate alle feste a casa dell’allora premier fra il 2008 e il 2009. L’ex Cavaliere ha potuto evitare di rispondere ai magistrati perché imputato nell’altro procedimento connesso a questo, sulle presunte menzogne raccontate da Tarantini agli inquirenti baresi che indagavano sulle escort. In questo procedimento Berlusconi, in concorso con l’ex direttore de L’Avanti Valter Lavitola, risponde di induzione a mentire.
L’udienza si è conclusa poco dopo l’uscita di scena dell’ex Cavaliere. Il pm, Eugenia Pontassuglia, ha rinunciato alle ultime due testimoni citate, Barbara Guerra (che è irreperibile) e Maristel Polanko, e ha chiesto di acquisire i verbali delle dichiarazioni rese dall’ambito del processo Ruby ter di Milano dal contabile di Berlusconi, Giuseppe Spinelli. Secondo Spinelli, Barbara Guerra e un’altra ragazza, Ioana Visan sarebbero state pagate (15mila euro la prima e 10mila la seconda) per venire a Bari a testimoniare. Ioana Visan ha effettivamente testimoniato e la Procura vuole che sia verificata la sua attendibilità, visto che le sono stati pagati viaggio, albergo e avvocati. I difensori degli imputati hanno chiesto termine per fornire il proprio consenso. L’udienza è stata aggiornata al 24 luglio prossimo con l’esame degli imputati.