Mattia Stella il 22 gennaio 2014 è stato fotografato dal Ros al tavolo insieme al braccio destro di Massimo Carminati. Secondo gli inquirenti l'ex Nar puntava su lui per infiltrarsi nella giunta. Lui: "Non sono indagato". Marino: "E' estraneo ai fatti". Sabella: "E' un ragazzo pulito". Gip: "Rapporti con la nuova amministrazione sono costituiti da una relazione con il capo della segreteria del sindaco, Mattia Stella"
La squadra di Ignazio Marino perde un altro pezzo a causa dell’inchiesta Mafia Capitale. Si tratta di Mattia Stella, componente della segreteria del sindaco come responsabile dell’attuazione del programma e dei rapporti con le realtà economiche e sociali, che stasera (venerdì 10 luglio) ha deciso di dimettersi – “anche se non sono indagato” – per colpa di una cena di cui si parla già nelle carte della prima ondata di arresti contro la presunta organizzazione di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati.
Secondo gli inquirenti era Stella quello su cui puntavano gli uomini di Carminati per infiltrarsi nella giunta Marino. Ormai orfani dell’ex sindaco Gianni Alemanno, cercavano un aggancio. “Dobbiamo valorizzare Stella”, dice Buzzi, capo della coop 29 giugno e braccio destro imprenditoriale del boss ex Nar in un’intercettazione. E Stella partecipa ad una cena il 22 gennaio 2014, al tavolo del ristorante Alvaro al Circo Massimo con Buzzi, Carlo Maria Guanary e il presidente di Legacoop Lazio Stefano Venditti.
Secondo quanto scriveva a dicembre il gip Flavia Costantini, “i rapporti con la nuova amministrazione comunale sono costituiti da una relazione con il capo della segreteria del sindaco, Mattia Stella, che si intrecciano con quelli con Coratti (presidente Pd, indagato e dimissionario, del consiglio comunale)”. In questo contesto si inserisce la cena, immortalata in alcune foto scattate dai carabinieri del Ros che stavano pedinando Buzzi e i suoi sodali, cena al termine della quale Buzzi accompagna Stella a casa a Palestrina.
Stella, in una lettera al sindaco Marino, scrive di aver “sempre agito con lo sguardo di chi credeva nella buona fede degli interlocutori. Ho vissuto questi mesi con la tranquillità di chi non ha fatto nulla di male, di chi non c’entra nulla in tutta questa vicenda, di chi non è in alcun modo indagato: è stata una prova dura che ho voluto superare. Come accaduto ad altri protagonisti inconsapevoli di questa storia, nessun elemento mi avrebbe potuto portare a comprendere il contesto nel quale mi stavo muovendo”, spiega. E il sindaco – che precisa “Stella è estraneo ai fatti” mentre l’assessore alla Legalità Alfonso Sabella lo definisce “un ragazzo pulito” – perde così un altro suo collabortore. Solo ieri si era dimesso il segretario generale del Campidoglio Liborio Iudicello, dopo l’uscita di alcune indiscrezioni sulla relazione che il prefetto Franco Gabrielli ha inviato al ministro dell’Interno Angelino Alfano riguardo alle infiltrazioni in Campidoglio. I mancati controlli sugli affidamenti di appalto senza gara “appaiono sufficienti a giustificare una proposta di rimozione di Iudicello dall’incarico di segretario e direttore generale di Roma Capitale, con conseguente avvio del procedimento disciplinare”, scrive Gabrielli.
A lasciare a giugno, prima di Stella e Iudicello, sono stati Alfredo Ferrari, il presidente della Commissione Bilancio del Comune di Roma che si è autosospeso dal Partito Democratico, ma è rimasto in carica nell’Assemblea capitolina; e l’autosospensione dal Pd di Francesco D’Ausilio che ha annunciato anche le dimissioni dall’assemblea capitolina. Dimissioni che però non sono ancora arrivate, così come quelle dell’assessore ai Trasporti – fedelissimo di Renzi – Guido Improta.