"Questi eventi - spiega il meteorologo Federico Grazzini - sono generati da temporali non molto frequenti, ma piuttosto potenti, che si sviluppano molto in altezza e durano a lungo, creando forti venti in rotazione. Queste condizioni sono favorite da ambienti instabili, come il gran caldo di questi giorni"
Padre e figlia, in auto, rischiano di finire dentro una tromba d’aria. All’ultimo momento, per non essere investiti in pieno, sono costretti a una precipitosa retromarcia. Le riprese amatoriali, che hanno fatto il giro del Web, non sono state girate negli Stati Uniti, dove questi fenomeni meteorologici sono piuttosto frequenti. Ma nella Riviera del Brenta, vicino Venezia, dove il pomeriggio dell’8 luglio 2015 si è abbattuta una violenta tromba d’aria, che ha provocato, secondo le ultime stime del Centro regionale urgenza emergenza (Creu) 118, la morte di un uomo di 63 anni e il ferimento di una settantina di persone.
“La tromba d’aria che ha colpito la Riviera del Brenta si può classificare di livello intermedio, F3, in una scala, denominata ‘Fujita‘, che va da 0 a 5 e misura l’intensità di un tornado in base ai danni provocati al suolo – spiega Federico Grazzini, meteorologo dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) dell’Emilia Romagna -. Significa che la tromba d’aria, con venti che soffiano a quasi 300 km/h, può abbattere strutture in muratura, scoperchiare tetti e sradicare alberi”. Come testimoniano le ricognizioni dell’elicottero dei vigili del fuoco sulle aree colpite (guarda).
Ma cosa innesca questi violenti fenomeni naturali? “Trombe d’aria intense come quella di Venezia – chiarisce Grazzini – sono generate dalle cosiddette supercelle, un particolare tipo di temporali non molto frequenti, ma piuttosto potenti, che si sviluppano molto in altezza e durano a lungo, creando forti venti in rotazione. Queste condizioni – aggiunge l’esperto – sono favorite da ambienti instabili, come il gran caldo di questi giorni.
Negli Usa, ad esempio, i tornado sono molto frequenti per la massa d’aria calda che dal Golfo del Messico entra nelle pianure. Nel caso di Venezia, invece, basta un po’ di aria fredda dal Nord, che, scontrandosi con l’aria calda, può innescare forti temporali. I quali, a loro volta, possono alimentare trombe d’aria”.
Fenomeni sempre più violenti, anche alle nostre latitudini. E che alcuni studiosi associano al surriscaldamento del Pianeta. Ma che ruolo hanno i mutamenti climatici sulla genesi di questi tornado? “Non possiamo dire che ci sia un nesso di causa-effetto con i cambiamenti climatici, ma – conclude Grazzini – è evidente che l’aumento delle temperature superficiali dia più energia al sistema, favorendo l’inconsueto manifestarsi di fenomeni così violenti anche nel nostro Paese, come avvenuto ad esempio negli ultimi anni in Emilia Romagna”.