Dalle carte della Procura della Repubblica di Bologna emergono le difficoltà della funzionaria comunale spostata ad altro ufficio dopo avere espresso riserve sull'ingresso di Atc (oggi Tper, azienda dei bus a maggioranza comunale) nella società di gestione del progetto della monorotaia. La dipendente segnalò possibili anomalie nel fatto che dopo pochi anni dalla concessione Ccc potesse lasciare tutta la gestione della grande opera, rischi compresi, ad Atc. Ma l'affare si fece comunque con un cda che i pm ora definiscono “acquiescente” alle pretese del consorzio
Nonostante il parere negativo di una funzionaria, il comune di Bologna andò avanti a sottoscrivere quei patti che prevedevano “condizioni capestro” per Atc e “di tutto favore” per la coop rossa Ccc, il Consorzio cooperative costruzioni. Dalle carte della Procura della Repubblica emergono nuovi particolari sulla storia di Sonia Bellini, la funzionaria comunale trasferita ad altro ufficio dopo avere espresso riserve sull’ingresso di Atc (oggi Tper, azienda dei bus a maggioranza comunale) nella società di gestione del People Mover. La dipendente segnalò possibili anomalie nel fatto che dopo pochi anni dalla concessione Ccc potesse lasciare tutta la gestione della grande opera, rischi compresi, ad Atc. Ma l’affare si fece comunque con un cda di Atc che i pm ora definiscono “acquiescente” alle pretese del Ccc.
Va premesso che queste sono solo accuse da dimostrare al processo in corso in Tribunale: mentre i cantieri della monorotaia Stazione Aeroporto non sono ancora partiti, per la vicenda sono infatti già finiti alla sbarra l’ex sindaco Pd Flavio Delbono, il suo assessore al bilancio Villiam Rossi, e poi Patrizia Bartolini, Cleto Carlini e Francesca Bruni, funzionari del Comune di Bologna, l’ex numero uno di Atc Francesco Sutti e Piero Collina, allora numero uno del Ccc. Un altro processo contro tutta la giunta Delbono partirà invece nel 2016 in Corte dei conti.
La vicenda di Sonia Bellini è approfondita nelle pagine della richiesta di archiviazione (poi accolta) che i pm Antonella Scandellari e Giuseppe Di Giorgio avevano inoltrato a marzo al Gip per scagionare politici e funzionari della Provincia (azionista di minoranza di Atc). È il 13 ottobre 2009 quando Bellini, dirigente del Settore partecipazioni societarie del Comune scrive all’assessore Rossi e ad altri funzionari per porre alcuni quesiti. Ha appena ricevuto la proposta di patti parasociali che il cda di Atc dovrà approvare. I pm riportano i suoi dubbi per riassunto: 1) Bellini si chiede se possano partecipare alla società di progetto soggetti estranei a quelli che hanno partecipato alla gara d’appalto. A vincere la gara d’appalto in project financing per il People mover è stato infatti il solo Ccc. E qui va aperta una parentesi facendo un passo indietro: Atc, secondo i pm, entra nell’affare in base ad “accordi occulti” stretti nel 2008 tra Collina e Sutti, prima della stessa gara d’appalto. Questa a sua volta sarebbe stata preparata da alcuni funzionari comunali proprio in vista dell’ingresso successivo di Atc a fianco di Ccc.
Veniamo a un’altra questione posta nelle mail di Bellini: 2) Ccc può cedere le proprie quote nella società senza vincoli, fino a uscire dall’affare per cui ha vinto una gara? I patti parasociali attraverso i quali nascerà la società di progetto Marconi express prevedevano infatti che, dopo la costruzione della monorotaia in sopraelevata, nel giro di pochi anni tutte le azioni di Marconi express sarebbero passate ad Atc. Quindi il People mover nato come appalto in project financing (ossia l’impresa che vince si costruisce l’opera e poi la gestisce e si ripaga coi biglietti), sarebbe tornato, attraverso Atc, nelle mani del Comune. E Ccc sarebbe potuta uscirne senza problemi.
Ma i dubbi della dirigente non finiscono qui. Il 14 ottobre 2009, scrive una seconda mail per segnalare tra le altre cose: 3) le carenze informative della relazione di Atc e (4) l’assunzione da parte di Atc di impegni in solido senza avere responsabilità nella realizzazione; infine Bellini fa notare che (5) Atc assume pro quota le perdite di esercizio 2009-2013 senza vantaggi corrispondenti, anticipando anche l’impegno finanziario”. Insomma, ragionano i pm, la funzionaria “si dichiara non in grado di redigere un atto deliberativo con valutazione positiva della proposta”.
La valutazione positiva da parte di Sonia Bellini non arriverà mai, sia perché le sue richieste di chiarimenti non verranno esaudite, sia perché lei stessa viene trasferita a dirigere il quartiere San Donato proprio il 29 ottobre 2009. Sentita dai pm come persona informata sui fatti durante l’inchiesta, Bellini, che ancora oggi lavora in Comune, non mette mai in relazione causa-effetto quelle mail con il suo trasferimento: parla di un progetto generale di riorganizzazione voluto dalla nuova amministrazione e avvenuto esattamente in quelle settimane. Eppure secondo il Gip che ha scritto il decreto di archiviazione le sue missive furono “completamente ignorate e anzi questa funzionaria, dopo l’invio di varie missive in cui esponeva le proprie motivate riserve sulla operazione in corso, (fu) trasferita ad altro incarico e completamente esautorata”. Di certo non si occupò più di People mover: il settore che dirigeva fu infatti inglobato nell’Area Affari istituzionali, diretto da Francesca Bruni. La stessa Bruni qualche settimana dopo, il 19 novembre 2009, darà invece parere favorevole di regolarità tecnica all’ingresso di Atc nella Società di progetto con la coop.
Ma non c’è solo la vicenda di Sonia Bellini: nella richiesta di archiviazione i pm descrivono anche come Ccc, dopo avere avuto la concessione del People mover a giugno 2009, avrebbe avuto gioco facile a far accettare le proprie condizioni ad Atc, una società pubblica appartenente allo stesso ente che aveva emesso il bando. “Con l’amministrazione Delbono – scrivono i magistrati – il progetto non incontrerà intoppi presso l’amministrazione comunale. Anzi, con l’elezione a sindaco di Flavio Delbono il Ccc avanza ancora più pretese su Atc”. Ccc – secondo quanto ricostruiscono i pm – il 10 luglio fa sapere ad Atc che intende minimizzare il suo impegno finanziario e che quindi occorre aumentare la partecipazione iniziale di Atc e anche prevedere la successiva acquisizione di quote da Ccc fino al totale disimpegno di quest’ultimo. Una pretesa “alquanto strana”, scrivono i magistrati dell’accusa, da parte un soggetto, Ccc, che ha appena vinto una gara del Comune. Ciononostante, concludono i magistrati della Procura, “Atc si dimostra del tutto acquiescente e autorizzerà il presidente a proseguire nel ‘negoziato’ con Ccc”.