L’onda dei diritti Lgbt tocca ancora la provincia per far conoscere anche all’Italia di frontiera le rivendicazioni di una comunità che chiede pari dignità giuridica, come ormai avviene in tutto il mondo democratico. E nel nostro paese, funestato da Family day in cui si dà credito a chi colpevolizza le donne in merito al femminicidio e in cui si diffonde la bufala del “gender”, è sempre più importante rispondere a certe campagne di disinformazione attraverso l’unico antidoto possibile: la cultura.
Per tale ragione a Noto, splendida cornice barocca in provincia di Siracusa, l’1 e il 2 agosto si terrà il festival Giacinto nature Lgbt. Una notizia che dovremmo inserire nella cronaca locale se non avesse attirato gli anatemi della Chiesa. Certa stampa ha infatti bollato l’iniziativa recuperando i soliti genericismi mediatici quali ‘raduno’ o ‘festa gay’, sminuendo la portata culturale dell’evento stesso. Rosario Sultana, parroco della chiesa del Carmine, una delle più conosciute della città, ha dichiarato: “Sorprende come le persone gay siano considerate sotto la luce del profitto, capacità di spesa e acquisto di immobili. Noi come Chiesa Cattolica non possiamo ritrovarci in pubbliche manifestazioni che celebrano l’amore gay riducendolo a fenomeno da baraccone”, scomodando il disegno provvidenziale di Dio per cui la sessualità tra gay non sarebbe contemplata.
Eppure, leggendo il programma di Giacinto, non si capisce a quale ‘baracconata’ si riferisca il sacerdote visto che l’evento vedrà, tra le altre iniziative, la mostra fotografica dell’attivista Lgbt sudafricana Zanele Muholi, presso il Palazzo di Città, i tavoli tematici di dibattito con le più importanti realtà locali – tra cui Arcigay Catania e Siracusa, Stonewall e Queer as Unict – e la proiezione di ‘Ci chiamano diversi’, del giovane regista ennese Vincenzo Monaco. Presenzieranno inoltre nomi importanti della politica, della cultura e dello spettacolo come Giovanna Martelli, consigliera del Presidente del Consiglio dei ministri per le Pari Opportunità, Fabio Canino, Alessandro Fullin e Francesca Vecchioni, e interverrà anche Ioana Ghilvaciu, pastora della Chiesa Evangelica Battista che ha per altro aderito al recente Pride etneo.
“Noto è sicuramente una delle città all’avanguardia per l’accoglienza ed il riconoscimento dei diritti di tutti i cittadini. Talvolta la disinformazione, la diffidenza ed il pregiudizio non giovano a mantenere vivo questo spirito di civiltà elevatissimo” commenta Luigi Tabita, l’organizzatore dell’evento. “Le polemiche sulla mercificazione della comunità Lgbt, quasi fosse motivo unico di lucro, si sono incentrate sulla strumentalizzazione di certe dichiarazioni estrapolate da un’ intervista, senza conoscere il lavoro intensissimo di inclusione ed informazione svolto da tempo da Cettina Raudino, assessora comunale alle Pari Opportunità, e dalle associazioni. Un lavoro che ha come fine l’abbattimento di stereotipi e pregiudizi che purtroppo, in Sicilia, sono ancora molto radicati”.
“Giacinto – dichiara ancora Tabita – è un festival di cultura omosessuale che vuole fortissimamente suscitare curiosità e interesse, così da creare un dibattito costruttivo e ricco per coloro che vorranno prendere parte ai lavori. Se questa può esser interpretata come una ‘festa gay‘, allora sì, stiamo lavorando ad una ‘festa gay’ di altissimo livello». Un appuntamento, quindi, che serve per abbattere steccati e non certo per mercificare categorie discriminate, come paventa una Chiesa che forse ha ancora troppo da farsi perdonare nella diffusione dello stigma contro la gay community. È notizia recente infatti del parroco di Arborea, in Sardegna, che ha evocato l’uso del lanciafiamme contro le persone omosessuali. Forse don Sultana dovrebbe preoccuparsi maggiormente di quanto accade dentro la sua organizzazione.
“Purtroppo, oggi, la diffidenza, insieme alla falsa informazione, conduce ad episodi gravissimi di violenza, emarginazione, bullismo” ci ricorda ancora Tabita. “Senza la partecipazione attiva di tutta la cittadinanza non si può portare avanti quel dialogo costruttivo che noi promuoviamo, quell’arricchimento reciproco che una società machista e discriminante spesso impedisce”. Giacinto nasce per dare una risposta a tutto questo. Una risposta in nome della cultura. Per gettare ponti laddove c’è pregiudizio. Sarà bello essere a Noto, i primi di agosto. La città merita di per sé. Con i colori dell’arcobaleno sarà ancora più bella.