Listini Ue tutti in positivo, con Parigi maglia rosa, dopo la notizia che l'Eurosummit ha raggiunto un'intesa per evitare la Grexit. Il rendimento dei titoli di Stato decennali italiani è sceso al 2,1% e il differenziale rispetto al tasso di interesse pagato dagli omologhi tedeschi si è ridotto a 125 punti. In calo i rendimenti dei Btp collocati in asta
L’annuncio via Twitter del presidente del Consiglio Ue Donald Tusk è arrivato in corrispondenza con l’apertura dei mercati: “L’Eurosummit ha raggiunto unanimemente un accordo” per evitare l’uscita della Grecia dall’euro. E’ solo il primo passo, visto che il varo del terzo programma di aiuti è subordinato all’approvazione entro mercoledì di un pacchetto di durissime riforme imposte dai creditori. Ma tanto è bastato perché le Borse europee archiviassero la seduta tutte in positivo, schivando il tonfo atteso nel caso in cui l’Eurosummit fosse andato a vuoto avvicinando la Grexit. E così i listini hanno consolidato il recupero iniziato alla fine della scorsa settimana, con Parigi maglia rosa a +1,98% e Piazza Affari che ha guadagnato l’1 per cento.
Il raggiungimento di un’intesa “unanime”, anche se a un prezzo altissimo per il governo di Alexis Tsipras, ha avuto un impatto positivo anche sull’andamento dei titoli di Stato degli altri Paesi del Sud Europa. Il tasso di interesse sui Btp decennali italiani è sceso, dopo la notizia, al 2,11%, contro il 2,38% di una settimana fa. Di conseguenza il differenziale (spread) rispetto al rendimento dei Bund tedeschi, che in scia all’incertezza in apertura era arrivato a 131 punti base dai 124 di venerdì, si è ridotto a fine giornata a 125 punti. E’ diminuito a 124 punti, invece, lo spread tra i Bonos spagnoli e i titoli decennali tedeschi, che il 7 luglio aveva raggiunto i 170 punti.
In mattinata il Tesoro italiano ha collocato Btp a 3, 7, 15 e 30 anni con tassi tutti in calo: il rendimento medio del triennale è sceso allo 0,48% dallo 0,5% di giugno, quello del 7 anni all’1,6% dal 1,76% di un mese fa, quello del 15 anni al 2,63% da 2,77% e quello del 30 anni al 3,24% da 3,36%. Sono stati venduti però titoli per 7,34 miliardi contro il totale di 7,5 offerto in asta.