“Mi auguro che l’onorevole Sarro valuti l’opportunità di presentare immediatamente le dimissioni dalla commissione Antimafia“. A dirlo è la presidente della commissione, Rosy Bindi, che in una nota aggiunge di aver già “scritto ai presidenti di Camera e Senato per sollevare la questione”. La Bindi, nel comunicato, afferma tra l’altro che “desta particolare preoccupazione il coinvolgimento nell’indagine” di un deputato, Sarro, che è “vicepresidente della Commissione Giustizia e membro della commissione parlamentare Antimafia”. Carlo Sarro, deputato di Forza Italia, è indagato per turbativa d’asta dalla Procura antimafia di Napoli e i pm hanno chiesto alla Camera il via libera per gli arresti domiciliari. “Sino a questo momento – dichiara Sarro – ancora nulla mi è stato notificato e, dunque, dispongo solo di elementi di conoscenza di tipo giornalistico”. Sarro si dice sconcertato: “Desta in me amarezza vedere il mio nome trascinato in una simile situazione avendo improntato, in oltre trent’anni di attività professionale e venti di impegno politico ed istituzionale, tutta la mia azione a principi di correttezza ed onestà“. Ma mentre rassegna le dimissioni da commissario dell’Autorità d’ambito (in questa veste è finito nell’inchiesta), ha rimesso al partito – Forza Italia – gli incarichi politici. “Dedicherò tutto il mio tempo – conclude – a lavorare per la riaffermazione della verità, non potendo permettere che la dignità della mia famiglia e la mia storia personale, professionale e politica possano essere intaccate da una simile vicenda”.
Chi su questa vicenda va all’attacco è il Movimento Cinque Stelle: “Ancora corruzione e mafia. Ma stavolta con un qualcosa di allucinante in più – scrive su Facebook Danilo Toninelli – Il deputato di Fi su cui pende la richiesta di arresto, Carlo Sarro, non è un politico qualunque. È il vice presidente della commissione Giustizia ma soprattutto è membro della commissione Antimafia” e quindi, in pratica, “se le accuse fossero fondate, e credetemi che la magistratura non parte se non ci sono indizi più che fondati, significa che la mafia era dentro la commissione Antimafia”. E il collega Manlio Di Stefano aggiunge: “Siamo al punto di sciogliere il Parlamento per infiltrazione mafiosa, altro che Grexit, altro che il Bomba, altro che riforme. E’ solo questione di tempo…”.