“Quel sito non può avere la certificazione Emas per la sua stessa natura. Quanto accaduto è molto grave e per me insopportabile”. Il direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, chiede la revoca del “bollino verde” alla centrale termoelettrica Enel di Cerano, in provincia di Brindisi, e il senatore Vittorio Zizza porta la questione in commissione Ambiente al Senato. Un pasticcio nato all’interno della stessa Agenzia regionale per l’ambiente, che a febbraio aveva dato indicazioni positive per fornire la certificazione, rilasciata da un comitato scientifico di nomina ministeriale. Il Dipartimento provinciale di Brindisi ha preparato la fase istruttoria, la struttura scientifica di Bari ha steso la relazione sulla quale si è – anche – basato il via libera all’Enel che, in forza della certificazione, avrà semplificazioni dal punto di vista amministrativo e vede estesa l’autorizzazione integrata ambientale da 5 a 8 anni.
Ma secondo Assennato – che ha avviato un’indagine interna e non smentisce a ilfattoquotidiano.it che la vicenda possa approdare anche in procura – l’impianto Enel di Brindisi non avrebbe mai dovuto ricevere l’ok dell’Arpa “per il pieno rispetto della legalità ambientale”. E perché “sarebbe bastato tenere in considerare la Dichiarazione ambientale del 2014, un documento disponibile perfino online, in cui è espressamente scritto che c’è un procedimento penale in corso”. L’esistenza di quel processo, che vede imputati 13 dirigenti della centrale per “getto di cose pericolose” con riferimento allo spargimento sui terreni e nelle case circostanti l’impianto del carbone stoccato nel parco minerario, sarebbe stato sufficiente per negare l’Emas all’Enel: “Per lo stesso motivo – dice il direttore di Arpa Puglia – l’agenzia che dirigo diede parere negativo all’Ilva”. La centrale a carbone di Brindisi ha invece ricevuto la certificazione il 24 marzo 2015 e al momento, nonostante la revoca in autotutela del parere dell’Arpa, ne gode ancora come risulta dal sito dell’Ispra. “Si tratta di un vantaggio illegittimo e indebito – spiega Assennato a ilfattoquotidiano.it – e il fatto che l’Arpa abbia dato il suo assenso è per me un fatto grave e insopportabile”. Per questo è stata avviata un’inchiesta amministrativa e un procedimento disciplinare che riguarda personale del Dipartimento provinciale di Brindisi, il quale, contattato da ilfattoquotidiano.it, riferisce “di poter rilasciare dichiarazioni, come tutte le altre strutture territoriali, solo se autorizzato dallo stesso Assennato”.
La questione è nel frattempo approdata anche in commissione Ambiente al Senato. Il senatore Zizza (Cri) ha chiesto “di acquisire con urgenza copia delle relazione dell’Arpa Puglia, dalla quale risulterebbe che la certificazione Emas della centrale Enel di Cerano non corrisponde ai criteri richiesti”. Non solo, perché il parlamentare brindisino ha anche sottoposto all’attenzione della commissione i risultati dello studio condotto da tre ricercatori del Cnr di Lecce e Bologna, pubblicato la scorsa settimana, secondo cui lo stesso impianto provocherebbe “tra 7 e 44 morti all’anno” a causa del particolato secondario. Una ricerca contestata da Enel ma che ora finirà “con urgenza” al vaglio del Senato e, secondo quanto riportato da ilfattoquotidiano.it negli scorsi giorni, sarà studiata dalla procura brindisina.