Se ne sono andati tutti, chi in silenzio, chi nel fragore di una morte improvvisa, quando la parabola discendente era un rischio concreto e il silenzio ne avrebbe contagiato la verve, la creatività, il senso primo del loro lavoro. Lontano dagli occhi – Vita, sorte e miracoli di artisti esemplari dello storico musicale Enzo Gentile, è un viaggio al termine della notte, che ci porta a contatto con una umanità per molti versi inattesa, persino inadeguata all’immagine data in pasto a rotocalchi e canali tv con ambizioni di share: l’autore studia con la lente di ingrandimento le storie di cinque artisti che ancora oggi avrebbero molto da insegnarci.

Si inizia con Fred Buscaglione, uno che, per citare Guccini, emanava il profumo della notte e odorava di sala da biliardo, “il primo a rompere il muro liscio, uguale, tutto rosa della canzone italiana”. E si prosegue con Piero Ciampi, che nella sua troppo breve, per quello che avrebbe potuto esprimere, esistenza, ha fatto il poeta maledetto, in un percorso di irregolare, più per norma che per vocazione; Sergio Endrigo, cantautore impegnato, uno che poteva permettersi di cantare e dire praticamente tutto senza mai risultare eccessivo o fuori luogo. E poi, Nino Ferrer, scanzonato ed eretico, personalità errante, animato da un furore di vivere, ma poi indotto a ripiegarsi su stesso, “un bolide lanciato a tutta velocità sulle strade della canzone” e in ultimo, Herbert Pagani, enfant prodige, curioso e produttivo, un artista a 360 gradi, che si è buttato su strade espressive ben distinte l’una dall’altra: sia nell’arte figurativa che nella musica, alla radio, al cinema.

Cinque grandissimi artisti, cinque vite scandagliate da Gentile, che coglie il filo conduttore che tutti li accomuna: sono cinque personaggi realizzati, dalle personalità forti e con identità nette, eppure fragili. Che hanno avuto vite spezzate, anche a causa di agenti esterni, ma che hanno giocato una partita speciale in anni cruciali, quando le energie di tutti, il cinema, la televisione, l’editoria e la musica, confluivano verso un bene comune fatto di spinte positive, di una sana concretezza, di una onesta concordia forse ingenua, ma anche tanto invidiabile. “I cinque personaggi di cui narro le gesta – ci racconta Enzo Gentile –, sotto il profilo culturale sono diversi, anche se hanno punti di contatto. Nello specifico tutti costoro hanno fornito dimostrazione della loro genialità almeno in una parte della loro carriera. Poi si sono persi, io credo non per causa loro ma perché le condizioni anche del mercato in cui si trovavano negli anni 70 sono mutate drasticamente. Basti pensare alla musica degli anni 70 in Italia e all’estero per capire come loro siano stati disarcionati”. Lo spirito con il quale ha scritto questo volume “è stato quello di studiare e di provare a trasmettere quello che loro hanno lasciato in termini di memoria attraverso una ricostruzione per nulla edulcorata della realtà. Perché parlare di gente che ha successo porta a beatificarli. Qui invece c’è proprio una caduta negli inferi.

Senza cercare di fare né sensazionalismo né scandalismo e neanche l’esegesi. Ho cercato di mantenere un occhio critico e analitico perché sono carriere che hanno avuto alti e bassi e ho provato a non nascondere né l’uno né l’altro”.

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