Il numero uno di FCA dà il via alle trattative con un abbraccio al presidente della United Auto Workers. Il sindacato sta incontrando le Case americane per discutere il nuovo contratto collettivo. Il costo del lavoro è al centro della discussione, con lo spauracchio di una produzione sempre più delocalizzata in Messico
Se pensate che UAW sia un suono onomatopeico da fumetto per indicare uno sbadiglio, dovreste invece sapere che a molte persone sta invece togliendo il sonno. United Auto Workers è il significato di questa sigla, più semplicemente il sindacato americano e canadese dei lavoratori automotive, che ha 390.000 membri attivi e 600.000 in pensione. In questi giorni il presidente dello UAW Dennis Williams sta facendo il giro degli amministratori delegati di Ford, FCA e GM per discutere i termini del nuovo accordo collettivo, visto che quello attualmente in essere, stipulato quattro anni fa, scadrà il 14 di settembre. I nodi da sciogliere sono tanti, partendo dalla paga oraria, passando per i diversi livelli di contratto e per le assicurazioni sulla non-delocalizzazione, finendo con le appendici accessorie come l’assicurazione sanitaria e i bonus legati ai profitti. In tutto questo bisogna considerare che il sindacato americano è molto più forte rispetto ai nostri, così come il suo potere contrattuale.
Sergio Marchionne ieri ha parlato alla cerimonia di apertura del tavolo dei negoziati con lo UAW, dicendo subito che gli aumenti di stipendio arriveranno sotto forma di condivisione dei profitti e che sarà necessario prevedere maggiori forme di flessibilità per non rimanere “intrappolati” negli alti costi del personale durante un eventuale periodo di crisi. L’ad di FCA ha anche assicurato che in caso di fusione con un altro costruttore non ci sarà nessun taglio della forza produttiva, che invece è una risorsa importantissima per un Gruppo che vuole crescere. Williams – che con Marchionne ha scambiato anche un abbraccio, nel video in fondo alla pagina – ha risposto dicendo che i lavoratori si aspettano di ricevere dei benefici dalla ritrovata prosperità della multinazionale italo-americana senza tuttavia gravare eccessivamente sulle sue stesse vendite e sulla competitività. Poi il presidente UAW ha ricordato i sacrifici fatti dai suoi iscritti nel periodo in cui era necessario uscire dalla crisi.
In ogni caso, la priorità del sindacato è quella di annullare il gap retributivo che c’è tra i neo-assunti (chiamati Tier Two) e i veterani: i primi percepiscono 16 dollari l’ora, mentre i secondi ne ricevono 28,50. Tenendo conto che dei 38.000 operai di FCA, circa il 45% sono Tier Two (il 28 % in Ford e solo il 19% in GM), un loro adeguamento sarebbe pesante per le casse dell’azienda. Marchionne stesso non condivide questo dualismo, ma la sua risoluzione deve essere sostenibile per tutto il Gruppo, che attualmente spende 47 dollari lordi all’ora per ogni lavoratore, mentre General Motors e Ford spendono circa 10 dollari in più. Questa differenza, del tutto imputabile alla maggiore quota di “apprendisti” in FCA, è la stessa che c’è tra le due ex-Big Three e le altre Case automobilistiche che producono negli Stati Uniti, siano esse giapponesi, tedesche o coreane. Lo UAW potrà far valere le sue ragioni, ma senza esagerare, perché il Messico (e il suo basso costo di manodopera) è vicino e Ford ha già lasciato intendere che la prossima Focus – prevista per il 2018 –potrebbe essere prodotta lì.