Tredici richieste di rinvio a giudizio per peculato per altrettanti deputati regionali siciliani: è l’epilogo dell’inchiesta sulle spese pazze al Parlamento regionale siciliano, chiusa oggi dalla Procura di Palermo. In due anni di indagini il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i pm Sergio Demontis, Luca Battinieri e Maurizio Agnello hanno fatto luce su novantasette tra deputati ed ex deputati : oggi hanno depositato la richiesta di rinvio a giudizio per tredici ex capigruppo all’Assemblea regionale siciliana. Si tratta di Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Francesco Musotto, Rudy Maira, Nicola D’Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini, Cateno De Luca e Cataldo Fiorenza. Tra gli indagati che i pm vogliono portare a processo c’è anche Salvo Pogliese, che nel frattempo è stato eletto eurodeputato con Forza Italia.

Escono dall’inchiesta invece ben 45 parlamentari ed ex parlamentari: tra questi l’attuale sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, l’attuale capogruppo del Pd Antonello Cracolici, il presidente dell’Ars Giovanni ArdizzoneBernardo Mattarella, nipote del capo dello Stato,  Giuseppe Lupo, ex segretario regionale del Pd, e ’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo.  Continuano invece le indagini per altri 40 esponenti politici: avrebbero utilizzato fondi del gruppo parlamentare per finanziare spese personali.

“È stata un’indagine complessa, c’è stato un grande lavoro della Guardia di Finanza che ha analizzato migliaia di documenti, e questo ci ha costretto a tempi lunghi”, ha spiegato il pm Leonardo Agueci, che ha coordinato l’inchiesta sin dalle prime battute. “Il lavoro – dice sempre l’aggiunto palermitano – non è ancora finito, alcune posizioni rimangono iscritte. Il criterio adottato è stato che tutto quello che fosse finalizzato agli interessi del gruppo è stato ritenuto giustificabile sul piano penale. Dove, invece, abbiamo visto che c’erano spese risultate di carattere personale, abbiamo proceduto con la richiesta di rinvio a giudizio. Abbiamo adottato, nell’escludere le posizioni, che sono state archiviate perché abbiamo visto che erano spese che non avevano caratteristiche di interesse personale”.

“L’analisi dell’ampia documentazione, il vaglio delle giustificazioni offerte dagli indagati, l’interpretazione sistematica delle norme di legge e di regolamento in materia, ha condotto questo Ufficio, in conformità, peraltro, alle determinazioni assunte da tutte le Procure della Repubblica che si sono trovate ad occupare di analoghi fenomeni nel resto del territorio nazionale, a far ritenere giustificabili, quantomeno in punto di elisione dell’elemento soggettivo del reato di peculato, le spese sostenute per l’acquisto di alcune tipologie di beni o servizi”, scrivono gli inquirenti nella richiesta di rinvio a giudizio, per spiegare i motivi che hanno portato all’archiviazione di alcune posizioni.

Secondo l’accusa, con i fondi destinati al funzionamento dei gruppi parlamentari sarebbero stati fatti acquisti di varia natura: tra questi una borsa Louis Vuitton, cravatte, profumi, soggiorni in alberghi di lusso, persino alcune copie del fumetto Diabolik, lo storico personaggio partorito dalle matite di Angela e Luciana Giussani. “Un deputato siciliano si è fatto rimborsare l’acquisto del fumetto Diabolik dall’Assemblea regionale siciliana? Penso sia un coglione aveva commentato Cracolici, che oggi ha visto archiviare l’indagine a suo carico

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