Stessa auto, medesima finanziaria, ma tassi di interessi diversi. Honda ha accettato di versare 25 milioni di dollari, dei quali uno per programmi di consulenza per i consumatori, per aver – secondo il Ministero della Giustizia americano – discriminato i clienti a seconda della loro razza. Honda ha pesantemente criticato la metodologia adottata dal Ministero ed ha assicurato di aver tenuto un comportamento “corretto e trasparente”, ma ha accettato di chiudere la vicenda con la sanzione.
L’ipotizzata discriminazione sarebbe andata avanti dal 2011. I più penalizzati sarebbero stati gli afroamericani con interessi sui finanziamenti per l’acquisto di modelli Honda fino a 250 dollari in più. Ai latinoamericani il trattamento differenziato sarebbe costato 200 dollari e agli asiatici 150. La contestazione nasce dalla certezza degli investigatori del Ministero che la discriminazione finanziaria su base razziale non fosse legata ai singoli casi, ma facesse parte della politica della divisione Finance di Honda (in alto, un’immagine dal sito Honda US). Non è la prima volta che un costruttore viene sanzionato per atteggiamenti simili: Hally Financial Inc, l’ex riferimento di General Motors, era stata punita con addirittura 98 milioni di dollari di multa nel 2013.
Quello chiuso con Honda potrebbe essere solo il primo capitolo di una “saga” tutta da scrivere. Vanita Gupta, che guida il Dipartimento per i diritti civili del Ministero della Giustizia Usa, ha dichiarato al Wall Street Journal che le autorità stanno vagliando l’intero comparto dei finanziamenti per l’acquisto di auto, la cui durata è di circa 5 anni. Secondo Gupta le pratiche discriminatorie nel settore sono un “problema pervasivo”, anche se non ha voluto entrare nel dettaglio. La speranza è che il “caso Honda” induca l’industria automobilistica a una revisione delle proprie politiche.
I concessionari, per bocca di Bill Fox, che è presidente dell’associazione dei dealer, si sono dichiarati assai meno ottimisti. Anzi: a giudizio di Fox l’accordo tra Honda e il Ministero, che necessita dell’approvazione di un giudice federale, “compromette la possibilità di migliaia di consumatori di contrattare interessi più vantaggiosi con i rivenditori”. Secondo il portavoce dei dealer il mancato vantaggio potrebbe aggirarsi attorno al punto percentuale. Honda, in ogni caso, ha fatto sapere il Ministero, cambierà alcune pratiche per limitare la possibilità di trattamenti discriminatori.