Il Bundestag ha autorizzato il governo ad aprire i negoziati sul terzo pacchetto di aiuti alla Grecia per 86 miliardi: hanno votato a favore 439 deputati, contrari 119, 40 gli astenuti. "Sul fatto che Atene vada salvata siamo tutti d’accordo - ha detto Wolfgang Shaeuble - ma bisogna vedere quale sia la strada che può funzionare"
Il Bundestag ha approvato ad ampia maggioranza l’avvio dei negoziati con Atene per un terzo pacchetto di aiuti. Hanno votato a favore 439 deputati, contrari 119, 40 gli astenuti. In Germania è obbligatorio che il governo chieda al Parlamento di approvare il mandato per aprire i negoziati sugli aiuti. Sono stati 60 i deputati dell’Unione (Cdu-Csu) di Angela Merkel, che conta 311 parlamentari su 631, ad aver votato contro il negoziato. Mentre 5 si sono astenuti. Anche nel gruppo dei socialdemocratici si sono registrati 4 “no”, fra i quali quello dell’ex candidato alla Cancelliera Peer Steinbrueck. In segno di esplicita protesta contro un pacchetto ritenuto invece troppo duro per la Grecia hanno votato No i parlamentari della Linke.
Nel corso di una riunione che si è svolta giovedì, erano stati 48 gli esponenti del blocco conservatore che fa capo alla cancelliera ad annunciare l’intenzione di votare contro. A febbraio erano stati solo 29 i parlamentari cristianodemocratici (Cdu) e cristianosociali (Csu) che si erano pronunciati contro un’estensione del programma di salvataggio. Un aumento che riflette la posizione dell’elettorato tedesco, contrario a veder devolvere denaro alla Grecia dopo un braccio di ferro di mesi tra creditori internazionali e governo di Atene.
“So che ci sono molti dubbi sul fatto che la Grecia possa stare di nuovo sulle sue gambe – aveva detto la Merkel parlando all’assemblea – ma sarebbe irresponsabile non tentare questa strada e non dare una nuova chance alla Grecia. Lo facciamo per la gente in Grecia, ma lo facciamo anche, e proprio allo stesso modo, per la gente in Germania”, ha continuato la cancelliera, chiedendo al Parlamento di votare “sì”. “Non ci possono essere dubbi: l’esito di lunedì è stato duro”, aveva ammesso la cancelliera, osservando però che sarà dura anche per gli altri 18 paesi della zona Euro che dovranno contribuire a trovare 86 miliardi per il possibile futuro pacchetto di aiuti. Ricordando la rottura del dialogo tra la Grecia e i suoi creditori internazionali a fine giugno la cancelliera ha detto che restavano percorribili solo tre opzioni: ignorare i trattati europei, abbandonare la Grecia alla propria sorte, “il che avrebbe comportato caos e violenza, fino a far dissanguare il paese” o “cercare una via di uscita assieme alla Grecia”.
“Sul fatto che la Grecia vada salvata siamo tutti d’accordo – aveva detto Wolfgang Shaeuble – ma bisogna vedere quale sia la strada che può funzionare”, ha detto ancora il ministro delle Finanze tedesco, ringraziato per il suo lavoro dalla cancelliera e salutato dall’assemblea con un lungo applauso. “Qui non è in ballo la Grecia ma è in ballo l’Europa”, ha detto ancora Schaeuble.
Austria e Finlandia dicono sì agli aiuti
Il Parlamento austriaco ha votato, in una seduta straordinaria, a favore delle trattative per un terzo programma di aiuti. Hanno votato il “sì” agli aiuti soltanto i partiti di coalizione Spoe e Oevp. Ieri anche il Parlamento della Finlandia aveva dato il suo via libera all’avvio dei negoziati.