Abbiamo viaggiato da Genova a Milano (e ritorno) sul pullman più economico d'Italia, insieme a studenti, turisti e famiglie in gita. Bus pulito, grande puntualità – basta non avere fretta, la mezz'ora di sosta in autogrill è compresa – e aria condizionata funzionante. Ma il wifi è da migliorare, e pure le toilette
È arrivato in Italia lo scorso 24 giugno, ma in poche settimane è riuscito a stravolgere la concezione del trasporto sulla lunga distanza, un po’ come 15 anni fa fece Ryanair introducendo il concetto di voli low cost e cambiando il modo di viaggiare: stiamo parlando di Megabus, compagnia di pullman fondata nel 2003 e attiva in tutta Europa e negli Stati Uniti, che in Italia collega fra loro città come Genova, Roma, Milano, Napoli e La Spezia e queste a loro volta con altre città sparse per l’Unione europea. Il tutto, come dice lo slogan, “a partire da 1 euro”.
Il punto di forza di Megabus è proprio questo: biglietti a prezzi (quasi sempre) stracciati, che consentono, per esempio, di raggiungere Parigi da Milano con una decina di euro. Servono 13 ore di pazienza, ma se non si ha fretta è di certo l’opzione più conveniente tra quelle disponibili, soprattutto se si prenota con sufficiente anticipo, perché come ogni compagnia low cost che si rispetti, vale il motto “chi prima arriva, meglio alloggia”. O, meglio, meno spende. E se anche 13 ore sono tante, bisogna ammettere che la compagnia pare avere pensato a tutto, come il Fatto ha potuto sperimentare in prima persona su una tratta decisamente più breve, viaggiando in un normale giorno feriale da Genova a Milano e ritorno con 16 euro, oltre ai 50 centesimi di costo fisso per la prenotazione.
La partenza è fissata alle 7.05 dalla centralissima piazza della Vittoria, poco distante dalla stazione di Genova Brignole: il pullman, nuovissimo e pulito, a due piani, dotato di tutti i comfort, dall’aria condizionata al wi-fi, aspetta puntuale che tutti e 30 i passeggeri che hanno prenotato la corsa (rigorosamente, ed esclusivamente, online) mostrino i biglietto o il numero della prenotazione e salgano a bordo. A controllare, e a guidare sino a Milano, c’è Jerzey, polacco, che l’italiano lo parla poco ma che si fa capire benissimo, e che per la compagnia guida ormai da una decina da anni. “Ho fatto Napoli, Firenze, Pisa, ora Genova e poi Milano. Poi mi riposo. E poi riparto di nuovo”, sorride mentre controlla che i passeggeri siano tutti al loro posto.
Alle 7.05 precise si accende il motore e inizia il viaggio, circa 150 chilometri di autostrada che se percorsi in auto a velocità media richiederebbero poco più di un’ora e mezza. E che Megabus invece termina alle 10, invece che alle stimate 10.40, sosta di 30 minuti in autogrill compresa: poco più di tre ore in cui sul pullman c’è chi approfitta del wi-fi (che, c’è da dire, non è la cosa che funziona meglio: per consentire l’utilizzo a tutti i passeggeri, è possibile scaricare solo 300 MB prima di passare alla navigazione ridotta, e la procedura per la registrazione è lenta e macchinosa) per chattare, controllare le notizie, o semplicemente giocare con smartphone e tablet. Come fa Pablo, un bimbo di 8 anni che con mamma e papà ha preso posto per primo nei sedili dotati di tavolino. Ma non manca chi dorme, come un gruppo di giovani turisti americani di ritorno da una gita ligure, chi chiacchiera a bassa voce per non disturbare il riposo degli altri viaggiatori, chi preferisce infilarsi le cuffie nelle orecchie e fissare fuori dal finestrino. L’aria condizionata, in una giornata in cui la temperatura esterna è di quasi 30 gradi, funziona perfettamente, e ogni postazione ha a disposizione una presa di corrente e luci di cortesia come sugli aerei.
Jerzey guida sicuro e il viaggio scivola fluido, persino all’uscita dall’autostrada, quando poco dopo le 9 si deve affrontare l’immancabile ingorgo che dalla barriera porta alle due tangenziali. Il Megabus si dirige però verso la città, si lascia alle spalle Famagosta e dopo aver percorso un breve tratto di circonvallazione raggiunge il quartiere di San Siro, supera lo stadio e arriva al terminal degli autobus di Lampugnano, proprio davanti alla fermata della metropolitana, che in 15 minuti permette di raggiungere il Duomo e da lì il centro meneghino. Oppure, nell’altra direzione e più o meno nello stesso tempo, i padiglioni di Expo 2015.
Il ritorno è più tormentato: alle 18.20 nel parcheggio ci sono già una trentina di persone, la maggior parte delle quali sfrutta le ore notturne per arrivare chi a Napoli, chi a Roma: è il caso di Ivan, Alessia e Cheyenne, vent’anni ciascuno, che hanno prenotato il biglietto due settimane fa per raggiungere la capitale, arrivo stimato le 5 del mattino. Perché Megabus? “Perché costa poco. Abbiamo pagato 2 euro andata e ritorno, più il costo fisso della prenotazione. Io ero già andato a Napoli – spiega Ivan – e mi sono trovato bene. Viaggiando di notte si dorme per la maggioranza del tempo, e soltanto il costo del biglietto vale la sfacchinata”. Ed è anche il caso di Angela, 55 anni, che si è ritrovata su Megabus “così, per fare una gita“, spiega sorridendo. “Ho visto che il biglietto per Roma, andata e ritorno, costava 2 euro e l’ho comprato. Alla fine siamo in 6, mio marito e i miei figli, e da Bologna ci raggiungono mia sorella con suo marito”.
Intanto il pullman si riempie, i passeggeri sono ormai una cinquantina. Pochi si fermano a Genova, la maggior parte prosegue, e mentre c’è chi rivela con il sorriso di avere “già prenotato per Parigi a settembre, spendo 9 euro”, c’è chi pensa a Capodanno: “Muoviamoci per tempo”. Con il condizionatore ancora spento il clima si surriscalda, e persino i 10 minuti in attesa della partenza diventano un inferno. Una volta partiti (ancora una volta puntualissimi), l’aria fresca incomincia circolare e la situazione migliora: tempo un’ora e mezza e c’è la prima (e unica, per chi si ferma nel capoluogo ligure) sosta all’autogrill. Mezz’ora precisa, e il pullman riparte, procedendo spedito sino a piazza della Vittoria, dove i passeggeri diretti a Genova scendono e gli altri ne approfittano per sgranchire le gambe e dare un’occhiata all’arco di Trionfo che sorge nella piazza. L’arrivo è in linea con l’orario stimato, nonostante un incidente che alla partenza ha bloccato la tangenziale per una mezz’ora con code e rallentamenti.
Trascorse poco meno di 6 ore sul pullman e percorsi poco più di 300 chilometri, il bilancio di un viaggio interamente affidato a Megabus è in gran parte positivo, quantomeno per quanto è possibile dirlo per una tratta corta come Genova-Milano: pur non avendo la flessibilità di orari dei treni, il prezzo ridotto giustifica la relativa scarsità di partenze, che comunque consentono di raggiungere agevolmente il centro di entrambe le città (nel caso di Milano, anche di approfittare per visitare Expo spendendo per i trasporti anche meno di 10 euro) e trascorrervi gran parte della giornata prima del rientro.
La nota dolente arriva quando si parla di tratte molto corte (per la Genova-Milano la spesa è di 8 euro, contro i 2 di Milano-Roma) o internazionali, dove a volte la concorrenza con altri mezzi di trasporto è scarsa: per raggiungere, per esempio, Londra da Milano, sono necessarie 23 ore, e il costo del biglietto si avvicina a quello di un volo low cost. Soprattutto in questo caso è valido il consiglio di prenotare con quanto più anticipo possibile, per aggiudicarsi il prezzo più conveniente. Una nota di demerito, in un pullman dotato di ogni comfort, va infine allo stato dei servizi igienici, che alla fine del viaggio non sono certo in buone condizioni.