Respinto il ricorso della procura di Torino sui fatti del maggio 2013 a carico di tre anarchici condannati in primo grado. Il difensore Novaro: "Spero che questa decisione sia la pietra tombale su quell'accusa". M5S: "Basta processi, parliamo di infiltrazioni e sprechi"
L’assalto dei No Tav al cantiere di Chiomonte non fu un atto di terrorismo. La Corte di Cassazione ha infatti rigettato il ricorso con cui la procura di Torino chiedeva venisse riconosciuta la validità dell’accusa a tre anarchici .
I tre, accusati di aver partecipato all’attacco del 14 maggio 2013, lo scorso 27 maggio sono stati condannati in primo grado a due anni e dieci mesi di carcere dal tribunale di Torino per reati minori. “Spero che questa decisione della Cassazione sia la pietra tombale sulla qualificazione giuridica di terrorismo. E spero che i corifei che hanno sostenuto la procura di Torino in questi anni si facciano qualche domanda”. Lo ha detto l’avvocato Claudio Novaro, difensore dei No Tav insieme al collega Eugenio Losco.
“La aule di giustizia sono state per troppo tempo teatro di processi ai No Tav, mentre poca attenzione si è finora dedicata alle infiltrazioni e agli sprechi adducibili a quei cantieri” commentano Marco Scibona e Francesca Frediani, senatore e consigliera regionale piemontesi del Movimento 5 Stelle.