“Verdini e gli amici di Cosentino stampella del governo? Una scorciatoia da film dell’orrore”. Mentre il presidente del Consiglio dal palco dell’assemblea Pd annuncia il taglio delle tasse, dall’Imu fino agli scaglioni Irpef, la minoranza democratica interviene per chiedere certezze sulle strategie del governo. A parlare è l’ex capogruppo Roberto Speranza, dimissionario in polemica con la decisione del leader Pd di mettere la fiducia sulla legge elettorale nei mesi scorsi, e referente per i critici del partito. E’ proprio il deputato, da sempre in contrasto con la linea di Matteo Renzi, ma anche in buoni rapporti con il leader Pd, a farsi portavoce delle preoccupazioni a sinistra. “La scorciatoia di usare come stampella i transfughi della destra come Denis Verdini e gli amici di Cosentino rappresenta un film dell’orrore che è meglio interrompere immediatamente”.
Da giorni infatti circolano voci secondo cui il senatore ed ex fedelissimo di Berlusconi starebbe pensando a un appoggio all’esterno al governo Renzi. Verdini è stato il regista del patto del Nazareno tra l’ex Cavaliere e il leader Pd per le riforme, e proprio lui, ora che l’accordo è rotto e lui è stato allontanato dal cerchio magico di Forza Italia, potrebbe garantire i voti che mancano ai democratici a Palazzo Madama per approvare con tranquillità i provvedimenti più delicati. “Non vogliamo essere gufi ma nemmeno struzzi”, ha proseguito Speranza che è tornato a battere su una delle richieste più importanti per i critici del Pd: l’elezione diretta del nuovo Senato. “Con il Parlamento con una buona parte di nominati è indispensabile un Senato con potere di garanzia eletto direttamente. Il Pd ha una responsabilità enorme sulle spalle, perché fuori dal partito ci sono solo vecchi e nuovi populismo, quelli di Salvini, Grillo e Berlusconi”. E ha concluso: “Caro Matteo, bisogna fidarsi del proprio partito”.
Il primo a rispondere a Speranza è stato il presidente Pd Matteo Orfini: “Il nostro”, ha detto nel suo intervento, “non è un partito della nazione. Siamo il più grande partito della sinistra europea e non cambieremo mai. Certo, ha ricordato, il Pd è già stato al governo con Berlusconi e Verdini e l’idea di fare riforme con altri ci ha guidato dall’inizio della nostra storia ma questo non significa altro. Davvero qualcuno pensa che Verdini possa diventare un dirigente del Pd?”.