Un attacco kamikaze in Iraq è avvenuto nella notte di venerdì 17 luglio, al termine delle celebrazioni di Eid al-Fitr, la festa di fine Ramadan e ha provocato, secondo il bilancio ufficiale fornito questa mattina dalle forze di sicurezza irachene, centoventi morti e altrettanti feriti.

L’attentatore si è fatto esplodere in un mercato affollato a Bani Saad, situato a 35 chilometri a nord della capitale Baghdad, nella provincia di Diyala. L’episodio di violenza, uno dei più sanguinosi eseguiti in Iraq negli ultimi mesi, è stato rivendicato dal gruppo terrorista dello Stato islamico (Is) con un messaggio pubblicato su Twitter da alcuni account legati all’organizzazione jihadista. L’Is ha rivelato le dinamiche dell’attacco compiuto dal kamikaze, secondo cui l’uomo si è fatto esplodere a bordo di un piccolo camion imbottito con tre tonnellate di esplosivo contro i “negazionisti infedeli”, ovvero gli sciiti, definiti così da parte del gruppo guidato da Al-Baghdadi.

Le autorità della regione di Diyala hanno cancellato le celebrazioni e proclamato tre giorni di lutto nazionale. Il primo esponente del governo a condannare l’attacco è stato stamane il presidente del Parlamento, Salim al-Jabouri, che ha parlato di un’azione mirata a “destabilizzare” il paese e ad alimentare la violenza “settaria”.

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