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Paolo Borsellino, il ricordo e le biciclettate

“Le loro idee camminano sui nostri pedali” è il nome della biciclettata organizzata da Ruota Libera, Coordinamento Palermo Ciclabile Fiab e Asd Nonsolosterrato. Raduno e partenza da Via D’Amelio a Palermo. Paolo Borsellino è stato ucciso 23 anni fa in quella strada che dalle ore 19 del 19 luglio si riempirà di biciclette perché fra le tantissime manifestazioni in memoria del giudice, quella ciclistica non poteva mancare.

Paolo Borsellino, è noto, era un appassionato ciclista e seguiva con interesse, quando poteva, il ciclismo professionistico. Uno sguardo al Tour de France lo diede anche nel suo ultimo giorno di vita, lo si legge fra le righe commoventi di ‘Grazie caro papà’ lettera scritta dal figlio Manfredi che racconta alcuni momenti del pranzo domenicale della sua famiglia nella villa dei nonni materni a Villagrazia di Carini: “Ricordo una bellissima giornata, quando arrivai mio padre si era appena allontanato con la barchetta di un suo amico per quello che sarebbe stato l’ultimo bagno nel ‘suo’ mare e non posso dimenticare i ragazzi della sua scorta, gli stessi di via D’Amelio, sulla spiaggia a seguire mio padre con lo sguardo e a godersi quel sole e quel mare. Anche il pranzo in casa Tricoli fu un momento piacevole per tutti, era un tipico pranzo palermitano a base di panelle, crocché, arancine e quanto di più pesante la cucina siciliana possa contemplare, insomma per stomaci forti. Ricordo che in tv vi erano le immagini del Tour de France ma mio padre, sebbene fosse un grande appassionato di ciclismo, dopo il pranzo, nel corso del quale non si era risparmiato nel ‘tenere comizio’ come suo solito, decise di appisolarsi in una camera della nostra villa. In realtà non dormì nemmeno un minuto, trovammo sul portacenere accanto al letto un cumulo di cicche di sigarette che lasciava poco spazio all’immaginazione”.

Manfredi Borsellino il 19 luglio non andrà alle commemorazioni ‘ufficiali’ ma parteciperà alle iniziative di ‘Un giorno questa terra sarà bellissima la manifestazione organizzata dal Movimento Agende Rosse in collaborazione con il periodico AntimafiaDuemila, Il Fatto Quotidiano, Scorta Civica Palermo, il Sindacato Italiano Appartenenti Polizia (Siap), l’associazione sportiva dilettantistica ‘Ruota Libera’, l’associazione universitaria ContrariaMente e con il patrocinio del comune di Palermo. Sull’attentato, sulle indagini e i processi, la memoria, onorata o infangata, del magistrato palermitano si torna spesso ma, con la mia immaginazione sono tornato a quella passione ciclistica che coltivo anch’io e che per Paolo Borsellino era un amore antico, diventato poi uno scorcio di libertà in una vita blindata.

Per ‘rivederlo’ in sella alla Bianchi bianco/celeste c’è la fiction con Luca Zingaretti, ‘I 57 giorni’, che, a detta di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, almeno nelle fattezze l’ha raffigurato alla perfezione. “Mi era sembrato proprio Paolo su quella bici, con quella sua maglietta Lacoste verde eguale a quelle che usava portare e che aveva anche in una delle sue ultime interviste, dopo che Giovanni era stato già ucciso”. Paolo Borsellino pedalava spesso sulla litoranea dell’Addaura, che collega l’Acquasanta con Mondello. Il giornalista palermitano Francesco Viviano nel suo libro “Io, killer mancato” lo incrociava in bici su quel tragitto “su quella strada il giudice non passava inosservato, in particolare nelle borgate di Acquasanta e Arenella, dove vivevano boss mafiosi di primo piano…Nel luglio del 1992, quando Borsellino fu ucciso partecipai al corteo funebre insieme al collega Gaetano Savatteri…Mentre con Savatteri mi dirigevo verso il cimitero dei Rotoli, mi fermai a prendere un caffè in un bar dell’Arenella gestito da mafiosi ‘Domani quel cornuto non verrà qui in bicicletta. Questa è l’ultima volta che lo vediamo passare’ disse uno degli avventori”. Viviano stava per saltare al collo di chi aveva pronunciato quella frase ma Savatteri fortunatamente lo trascinò fuori. Il giornalista era stato colui che aveva convinto Paolo Borsellino a diventare presidente dei giudici di gara della Federazione Ciclistica Italiana perché era divertente pensare a un “giudice fra i giudici” anche se ciclistici, e tornando all’episodio del bar era intollerabile sentire quelle parole, che non si rispettasse nemmeno la memoria di una persona assassinata, allora come oggi! Non è un caso se fra le tante vie, piazze, strutture dedicate a Paolo Borsellino, a Palermo c’è anche il velodromo che nel 1994 fu teatro dei mondiali di ciclismo su pista. Oggi purtroppo la struttura (inaugurata nel 1991) versa nel più totale degrado e si attende che le istituzioni provvedano al restauro, nel rispetto del magistrato ma dei tanti cittadini che vorrebbero sfruttarlo e che ancora oggi pedalano sognando sempre che “Un giorno questa terra sarà bellissima”.