Il presidente del Consiglio difende la promessa fatta davanti ai delegati del Pd a Expo. Nel 2001 era stato Berlusconi nello studio di Bruno Vespa a "firmare un contratto con gli italiani" in cui parlava dell'abbattimento della pressione fiscale
“E’ un patto con gli italiani”. Il giorno dopo l’annuncio dal palco dell’Expo davanti ai delegati del Partito democratico, Matteo Renzi difende la sua promessa. “Abbiamo iniziato con gli 80 euro, l’Irap”, dice intervistato dal Tg2. “Se le riforme andranno avanti e credo che lo faranno, nel 2016 via tutte le tasse sulla prima casa, nel 2017 via una buona parte dell’Ires, nel 2018 scaglioni Irpef. Se continuiamo così saremo in grado di abbassare di 50 miliardi in 5 anni le tasse agli italiani”. Il presidente del Consiglio la chiama “rivoluzione copernicana”, così come Silvio Berlusconi che aveva usato la stessa espressione lanciando il Tax Day nel 1999. E anche l’espressione usata di “patto con gli italiani”, ricorda il famoso “contratto con gli italiani” dell’ex Cavaliere quando nello studio di Bruno Vespa nel 2001 firmò un documento in cui si impegnava all'”abbattimento della pressione fiscale”.
“Lo abbiamo sempre detto”, continua Renzi, “se finalmente il Parlamento fa le riforme, e io credo che ce la farà, per gli italiani si libera la possibilità di pagare meno. Abbiamo sempre detto che, finalmente, dopo tanti anni di immobilismo, si può. E’ un messaggio forte che rivolgiamo agli italiani. Per anni i politici hanno detto ‘vi tassiamo, vi tassiamo, vi tassiamo’. Noi invece, da quando siamo al governo, abbiamo iniziato a restituire soldi che sono degli italiani”. Renzi assicura poi che le risorse per sforbiciare le imposte ci sono: “La possibilità di farcela è evidente. E’ un piano che stiamo studiando da almeno sei mesi. I numeri per portare a casa questo risultato ci sono, a condizione che il Parlamento continui a lavorare con intensità”.
Ad attaccare il presidente del Consiglio è il senatore della minoranza Pd Alfredo D’Attorre: “È incredibile la sua disinvoltura nel presentare la promessa di abolizione della tassa sulla prima casa per tutti, compresi proprietari di attici e immobili di lusso, come in continuità con il programma di Bersani. Nel 2013 il Pd ha proposto di alzare la soglia di esenzione sulla prima casa e di recuperare più risorse dai grandi patrimoni immobiliari”. E poi conclude: “Renzi si colloca piuttosto in piena continuità con quella che è da sempre la posizione di Berlusconi, imitato anche nello stile dell’annuncio. Oltre Berlusconi è invece ormai il modo in cui vengono condotti gli organismi dirigenti nel Pd. Nemmeno in Forza Italia si era forse mai assistito a riunioni che cominciano con un’ora e mezzo di ritardo, in cui il leader maximo parla per la successiva ora e mezza e non si degna neppure di una parola di replica. Il PD non può essere questo”.