“Dobbiamo prima ripulire l’ambiente, altrimenti non possiamo parlare di calcio”. La falsa partenza della conferenza stampa del comitato esecutivo della Fifa – con Blatter costretto ad interrompere il proprio discorso dal lancio sul palco di banconote false in segno di protesta – è davvero metaforica. Riformare la Fifa è impresa lunga e difficile: le elezioni straordinarie per scegliere un nuovo presidente si terranno soltanto a fine febbraio 2016. Fino ad allora Joseph Blatter resterà al suo posto.
L’ottuagenario dirigente svizzero era stato riconfermato per il quinto mandato lo scorso maggio, e aveva poi rimesso il suo mandato al termine dell’assemblea elettiva, nel pieno dell’inchiesta per corruzione e tangenti che aveva travolto la Fifa. L’onda dello scandalo è ancora viva, ma nel palazzo di Zurigo è come appartenesse già al passato: nessuna domanda sulle indagini dell’Fbi, sugli arresti e sulle estradizioni tuttora in corso. Il grande capo del pallone è sempre lì. “Ancora vivo”, come ribadisce più volte nel suo intervento. E ci resterà almeno per altri nove mesi. Il comitato esecutivo straordinario di oggi era molto atteso perché avrebbe dovuto tracciare la “road map” del dopo Blatter.
Ma ad uscirne vincitore, in fondo, è proprio il presidente in carica e dimissionario. Negli ultimi giorni erano state fatte pressioni perché il dirigente svizzero lasciasse subito, o comunque le elezioni si svolgessero il prima possibile, entro la fine dell’anno. Invece ancora una volta è andata come voleva il grande capo del pallone: la data prescelta è il 26 febbraio 2016. “Allora – ha spiegato il diretto interessato – la Fifa avrà un nuovo, giovane presidente. Io penso che tornerò al suo vecchio lavoro di giornalista: mi piacerebbe dedicarmi alla radio”. Intanto, però, ci saranno mesi di attività. Ordinaria e anche straordinaria: la Fifa cambierà sotto le direttive di una “task force” di undici persone, capeggiata da Domenico Scala e incaricata di stilare proposte per le riforme.
Un primo rapporto verrà consegnato fra sette settimane, già a settembre nel prossimo comitato esecutivo. Nelle mani di Blatter, ovviamente. “A volte ho l’impressione che dopo lo tsunami dell’inchiesta qualcuno pensi che io sia morto. Non è così, sono ancora qui”, ha tenuto a precisare ai giornalisti, che più volte gli hanno domandato di rivelare l’entità del suo stipendio in nome della trasparenza. “Potete chiedermelo anche tutto il pomeriggio, non è il momento di divulgare certi dati”, ha risposto impassibile. Questo, e l’irruzione del manifestante (identificato poi secondo la Bbc in Simon Brodkin, comico inglese famoso per interpretare il personaggio di Lee Nelson), sono stati gli unici contrattempi di un pomeriggio tutto sommato positivo per lo svizzero.
La campagna elettorale inizia ufficialmente e lui avrà il vantaggio di viverla dalla posizione di comando. Dettando i tempi delle riforme, magari cercando di indirizzare la sua successione. Anche se stavolta Michel Platini dovrebbe scendere in campo per davvero: secondo gli ultimi rumors, il numero uno della Uefa sarebbe il grande favorito per le elezioni dell’anno prossimo, e avrebbe già il consenso di quattro confederazioni. Africa e Asia, invece, resterebbero fedeli a Blatter e schiererebbero un loro uomo. Nel 2016, comunque, la Fifa potrebbe essere profondamente diversa: trasparenza, stretta vigilanza di un comitato etico ad hoc, limite di mandati per tutti i dirigenti. Chiunque sarà il suo erede, non potrà essere un nuovo Blatter.