Verifiche da parte di Arpa e Capitaneria. A Terracina - riporta Repubblica - i bagnanti si sono trovati davanti a blatte sull'arenile e ad ampie strisce gialle a pelo d'acqua
Ultimamente anche le spiagge laziali monitorate dall’Arpa che vantano la bandiera blu, il riconoscimento favorevole dal punto di vista sanitario, diventano lo scenario ideale per osservare strane schiume, fioritura di alghe e blatte. I tecnici dell’Arpa e la Capitaneria di porto, nella maggior parte dei casi, giustificano il fenomeno della fioritura algale con il caldo di questo periodo, i casi d’inquinamento invece sono ancora al vaglio.
L’allarme è scattato inizialmente nella zona di Terracina – riporta Repubblica – dove lo spettacolo presentatosi ai bagnanti era di blatte sull’arenile ed ampie strisce gialle a pelo d’acqua. Le spiagge di Sabaudia sono state teatro di uno sversamento involontario di acqua putrida proveniente dal vicino lago di Paola attraverso un canale. Il sindaco Maurizio Lucci ha così spiegato l’accaduto: “Tutto risolto. C’è stato un errore dell’addetto al sistema di pompaggio, ma ora convoglieremo quell’acqua nella condotta sottomarina e azzereremo qualsiasi problema a riva”. Il lago di Paola a causa delle alte temperature è stato teatro di un’alta moria di granchi e diverse sono le difficoltà d’intervento visto che la zona Parco Nazionale del Circeo. Salendo verso nord, a Nettuno, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti è stato costretto a negare la possibilità di poter fare il bagno ai clienti di tre stabilimenti vicini al fosso di Loricina, la scorsa settimana il commissario prefettizio Raffaella Moscarella ha emesso un divieto di balneazione nelle vicinanze di tre scarichi a mare di acque reflue, alla Divina Provvidenza e allo Scacciapensieri.
Una settimana fa una moria di pesci è stata registrata anche a Torvaianica, nel Comune di Pomezia, dove l’acqua era piena di schiume. Il caso più clamoroso è avvenuto però nell’isola di Ventotene bandiera blu e riserva marina, dove a causa del malfunzionamento del depuratore sono esplose le fogne con tutte le conseguenze immaginabili per la popolazione che ha trovato i liquami sugli scogli. Ad Ardea, il sindaco Luca Di Fiori intanto si chiede perché non si riescano ad ultimare i lavori di costruzione del depuratore dei Castelli Romani costato ben 23 milioni di euro “Una situazione che danneggia Ardea. Ora abbiamo avuto un altro incontro in Regione e Acea si è impegnata a investire per completare l’opera. Speriamo sia la volta buona”.
Acqua torbida si era notata a Fregene, probabile effetto della moria di pesci avvenuta poco più a nord a Campo di Mare, nel comune di Cerveteri, dove la guardia costiera ha sanzionato un’azienda ed un depuratore. Da Campo di Mare ad Orbetello, dove l’acqua ha raggiunto i 32 gradi e i pesci a morire sono stati molti. Il sindaco Monica Paffetti afferma: “Il primo dato positivo è che i parametri di ossigeno nell’acqua dello specchio di levante stanno migliorando. A oggi non si sono registrate nuove morie di orate, pesci particolarmente sensibili a questi sbalzi termici. Tuttavia ancora non si può parlare di una risoluzione della crisi, legata anche alla situazione meteorologica generale e alle temperature dell’aria. Si sta proseguendo con l’azione di pompaggio dei venti macchinari installati due notti fa, modificando la circolazione dell’acqua”. “Il pesce morto, grazie ai pescatori e Ati è stato smaltito con prontezza, al fine di evitare che potesse andare in decomposizione con spiacevoli conseguenze. La situazione della laguna di ponente, sulla quale sono stati effettuati i maggiori interventi per il problema delle alghe, gode al momento di un buono stato di salute: il problema è concentrato esclusivamente a levante. Il pesce, che si concentra nella zona di Ansedonia, è ben ossigenato e non presenta segni di cedimenti di salute”. “Siamo consapevoli – conclude il primo cittadino – della necessità della riattivazione del laboratorio, chiuso per il taglio dei fondi dell’Università di Siena e del Mps, ma siamo consapevoli altresì che il laboratorio non dovrà in futuro costituire una struttura atta alla mera ricerca scientifica, ma che debba costituire la base per un tavolo blu che riguardi sia la pesca sia l’acquacoltura. La nostra volontà è quello di riaprirlo non appena saranno reperiti i fondi necessari”.
Lo scorso 7 luglio lo stesso sindaco in una nota diffusa alla cittadinanza di Orbetello aveva avvertito la presenza dell’alga marina Ostreopsis Ovata: “L’Arpat ha rilevato in questi giorni la presenza, legata soprattutto all’aumento della temperatura e alle scarse correnti marine, dell’alga marina”, in cui spiega che “periodicamente fiorisce su tutto il litorale toscano. Il contatto con questa alga può provocare l’irritazione degli occhi e delle vie respiratorie. La situazione è monitorata costantemente dagli organismi competenti”. L’Ostreopsis ovata, come spiega l’Arpat sul suo sito internet, è un’alga microscopica unicellulare (gruppo dinoflagellati) tipica delle calde acque dei mari tropicali. Dal 1998 si è manifestata anche in Toscana, a partire dal litorale apuano. Sin dai primi fenomeni di comparsa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale ha avviato un monitoraggio.