Nel dibattito tenutosi ieri sera ad Ostia (Roma), organizzato dal Movimento 5 Stelle, nella giornata di commemorazione di Paolo Borsellino, si è parlato di Mafia Capitale, che ha travolto alcuni esponenti del Pd romano, ma anche della conversazione telefonica, pubblicata dall’Espresso, tra il medico di fiducia di Rosario Crocetta e lo stesso presidente della Regione Sicilia, durante la quale il chirurgo avrebbe detto al governatore siciliano “va fatta fuori come suo padre” riferendosi a Lucia Borsellino, figlia del giudice Borsellino assassinato da Cosa Nostra il 19 luglio 1992. Entrambe le vicende, oltre alla reazione di sdegno degli altri partiti e alla conseguente richiesta di dimissioni per Marino e Crocetta, hanno scatenato una guerra fratricida all’interno dello stesso Pd. Situazioni differenti ma “il comun denominatore delle due vicende – spiega Marcello De Vito, capogruppo M5S al Comune di Roma – è la perdita di credibilità del Partito democratico”. Una vicenda, quella che ha travolto Crocetta, che secondo alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, potrebbe essere finalizzata a piazzare un fedelissimo di Renzi, Davide Faraone, a capo dell’Ars. “E’ molto probabile – sottolinea Carla Ruocco, deputata M5S –, ma vogliamo prima capire bene cosa è successo. Il premier è pronto a strumentalizzare qualunque cosa pur di piazzare le sue pedine ovunque. Non vogliamo essere uno strumento dei suoi piani”. Per le vicende inerenti Mafia Capitale, che hanno travolto il Campidoglio, la sentenza dei parlamentari e consiglieri comunali M5S è senza appello: elezioni subito di Luca Teolato