All’apparenza è un anonimo braccialetto di plastica, personalizzabile con qualche innesto di colore. Sembra un gadget estivo pronto a diventare di moda, e invece Amyko è molto più utile di quanto si possa pensare. Per rendersene conto, basta rimuovere il coperchio di plastica al centro e ci troveremo di fronte a un numero di telefono, un codice a barre e un codice numerico. Di che si tratta e come si usa? Basta avere uno smartphone con NFC e, semplicemente inquadrando il codice con l’app dedicata, compariranno tutti i dati sanitari del possessore del prezioso braccialetto. E non solo: in caso di necessità (malori o incidenti), sempre attraverso l’applicazione partirà una telefonata al numero precedentemente inserito (di un familiare, di un medico, di una struttura sanitaria).
Ecco che il gadget estivo si trasforma in qualcosa di utilissimo: senza batterie, senza ricariche, senza corrente, un piccolissimo dispositivo NFC conterrà tutte le informazioni fondamentali sul nostro stato di salute, dalle allergie alla storia sanitaria, dalle intolleranze a precedenti interventi chirurgici. Nel nostro Amyko ci saranno due livelli di informazioni: quelle pubbliche (numeri di emergenza e dati anagrafici) e quelle private. Tutti dati sensibili e soggetti alla legge sulla privacy. Chi può accedervi, dunque? Solo chi decidiamo di abilitare (familiari, amici ma anche gli insegnanti dei nostri bambini).
Un oggetto utilissimo, dunque, che ha un pregio indiscutibile, almeno dal nostro punto di vista: è totalmente made in Italy. A idearlo, infatti, sono stati Filippo Scorza (ingegnere biomedico) e Riccardo Zanini (imprenditore), fondatori della WeCare che hanno già realizzato i primi prototipi e adesso c’è già qualche grossa novità che bolle in pentola. Dopo l’estate, infatti, Amyko potrebbe instaurare una partnership molto importante con un grande nome della telefonia mobile. Perché sarà pur vero che i cervelli continuano a essere in fuga, ma anche tra chi rimane, non tutto è da buttare.