Sfratto scongiurato in un residence nel quartiere romano di Tor Sapienza, per Omero Lauri, uno dei fondatori di Ram, Resistenza abitativa metropolitana, una delle sigle dei movimenti di lotta per la casa capitolini. Lui ha ottenuto l’alloggio dal Campidoglio nel 2009, ma ora il dipartimento Politiche abitative di Roma Capitale ha stabilito che non ne ha più diritto. Motivo? Omero è sposato. “Ufficialmente ancora ho una moglie – spiega – ma da quasi 20 anni siamo, di fatto, separati. Ho tutti i requisiti per stare qui, ed ero ufficialmente sposato anche sei anni fa quando ho ottenuto dal Comune, insieme ad altre famiglie, l’alloggio in questo residence. Sono disoccupato e il mio reddito è pari a zero”. Il problema, secondo Omero, è che nel frattempo ha messo in piedi il movimento Ram e iniziato a denunciare il sistema opaco e dispendioso dei Caat, Centri di assistenza abitativa temporanea, meglio conosciuti come residence. “E’ una cosa mirata – prosegue – è evidente che è così. Combattere determinati sistemi da fastidio”. Ed oggi, grazie anche al suo impegno per garantire una tetto a chi, come lui, non può permettersi di pagarlo, Omero ha avuto al suo fianco decine di persone, italiani e non, che hanno presidiato per ore il portone del residence, sotto un sole cocente, per garantire stavolta a lui un tetto. “Piantoneremo – conclude – con le altre famiglie il palazzo ma io non vado a vivere per strada, piuttosto mi faccio saltare in aria con la bombola del gas” di Luca Teolato

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