Si tratta di un ventenne e un diciannovenne albanesi che sono stati interrogati per ore dai carabinieri. Entrambi sono incensurati e conoscevano la vittima uccisa con un profondo taglio alla gola. L'arma del delitto non è ancora stata ritrovata. Possibile movente passionale
Sono stati fermati con l’accusa di aver sgozzato il 17enne Ismaele Lulli, trovato con la gola tagliata in un dirupo nella zona di San Martino Selva Nera, a Sant’Angelo in Vado (Pesaro). Si tratta di un ventenne residente a Urbania e di un diciannovenne residente a Sant’Angelo in Vado che sono stati messi alle strette per ore dai carabinieri. Entrambi sono incensurati. Entrambi conoscevano la vittima. Entrambi cominciano a fare le prime ammissioni.
Dietro l’omicidio potrebbero nascondersi motivi passionali: il ventenne fermato sarebbe stato geloso della frequentazione della sua ragazza di 19 anni con Ismaele. Frequentazione per altro assolutamente innocente, secondo alcuni investigatori. “E’ come si stessero rendendo conto ora dell’enormità del fatto”, racconta un investigatore che parla di “un delitto da videogame“.
Ai due presunti killer, i carabinieri guidati dal colonnello Antonio Sommesse sarebbero arrivati grazie all’analisi dei tabulati telefonici del cellulare di Ismaele. All’uscita della caserma, la folla ha cercato di assaltare le auto con a bordo i due presunti assassini.
Nelle scorse ore gli investigatori avevano trovato due zainetti nello stesso bosco dove lunedì 20 luglio era stato trovato il cadavere di Lulli, oltre a pezzi di nastro adesivo e tessuti sporchi di sangue. Chi ha ucciso Ismaele ha tentato forse di immobilizzarlo. E questo particolare lascerebbe pensare che l’omicidio sia stato premeditato. Non solo. A partecipare al delitto – è questa la convinzione dei detective dell’Arma – sarebbero state più persone. Sul cadavere, infatti, erano presenti segni di trascinamento: il 17enne è stato ucciso in un luogo e poi spostato prima di essere gettato nel dirupo. Dall’autopsia che verrà effettuata domani potrebbero però emergere più dettagli. Intanto sono ancora in corso le ricerche da parte dei carabinieri e dei Ris sul luogo del ritrovamento del corpo per tentare di raccogliere altre tracce e l’arma del delitto che non è ancora stata ritrovata.
Lo studente, che viveva a Sant’Angelo in Vado assieme alla madre e alla sorellina, era scomparso nel pomeriggio di domenica 19 luglio. Lo stesso giorno la madre, che si trovava al mare con la sorella, ha ricevuto un sms dal cellulare del ragazzo: diceva di voler cambiare vita e volere andare a Milano, chiedendo di non essere più cercato. Da qui, la denuncia ai carabinieri e il ritrovamento del cadavere. Il sospetto degli inquirenti è che quel messaggio sia stato mandato da chi ha ucciso Ismaele Lulli. Un modo goffo di depistare le indagini.