Ultimo saluto a Jules Bianchi per familiari, amici e per il mondo della Formula 1. Il pilota è morto, dopo aver lottato 9 mesi all’ospedale universitario di Nizza, in seguito all’incidente in cui era rimasto vittima nel Gp di Suzuka, Giappone, il 5 ottobre 2014. Al funerale nella cattedrale di Sainte-Réparate di Nizza, la città natale di Bianchi, erano presenti molti colleghi: il campione del mondo in carica Lewis Hamilton e il suo compagno di squadra Nico Rosberg, il pilota della Lotus e amico Romain Grosjean, Felipe Massa, i tedeschi Nico Hulkenberg e Sebastian Vettel e il connazionale quattro volte campione del mondo Alain Prost. Fuori dalla chiesa – dove si è radunata una folla di tifosi che hanno potuto seguire la fnzione grazie ad alcuni altoparlanti – sono stati esposti due grandi ritratti del pilota.
La bara è stata fatta entrare nella cattedrale mentre risuonavano le note di ‘Hotel California’ degli Eagles, la canzone preferita del pilota francese. “La morte di Jules è ingiusta fino nel profondo, però ha reso il suo sogno una realtà, e Jules era felice”, ha ricordato nell’omelia il sacerdote che ha celebrato la messa. Presenti al funerale anche le scuderie per cui Bianchi ha corso: lo staff della Manor-Marussia e la Ferrari. Il francese faceva parte del programma giovanile di Maranello e per il cavallino c’erano il team principal, Maurizio Arrivabene, l’ex team principal della rossa, Stefano Domenicali, e il presidente della Fia, Jean Todt. Ieri il francese ha annunciato il ritiro del numero 17, con cui Bianchi ha disputato 15 gran premi nel Mondiale del 2014. Sul sito ufficiale in una nota la Fia spiega la motivazione: “Visto che i numeri delle monoposto sono scelti personalmente da ciascun pilota, la federazione ritiene che sia un gesto appropriato ritirare il numero di 17 di Jules Bianchi. Di conseguenza questo numero non potrà più essere utilizzato da una vettura che compete nel Mondiale di Formula 1”. La Formula 1 torna in pista questo fine settimana con il Gran premio d’Ungheria. E non mancheranno altri ricordi dell’ex pilota della Marussia.