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La confessione choc 70 anni dopo: “Quella prostituta l’ho uccisa io”. A Scotland Yard il ‘cold case’ più vecchio di sempre

L'uomo, di cui non si conosce il nome, e che ora vive in Canada in una casa di cura, ha ammesso di aver ucciso la donna, a quanto pare una entraineuse, con una pistola di fabbricazione russa della seconda guerra mondiale fuori dal club Blue Lagoon in Carnaby Street. E' il caso con il più lungo intervallo tra il crimine commesso e la confessione di colpevolezza dell’assassino di tutta la storia britannica

di Davide Turrini

Sì, quella prostituta l’ho uccisa io”. La confessione del delitto arriva 70 anni dopo ed entra nel Guinness dei primati di Scotland Yard. La notizia è stata riportata dl tabloid The Sun alcuni giorni fa. Un anziano canadese di 91 anni ha confessato di aver ucciso nel 1946 una donna a Londra, vicino ad un nightclub di Soho, in Carnaby Street. L’uomo ha riconosciuto la vittima, Margareth Cook, all’epoca 26enne, dopo che due detective inglesi gli avevano mostrato una serie di foto in bianco e nero di alcune ragazze rimaste uccise in quegli anni e di cui non è mai stato trovato il colpevole.

L’uomo, di cui non si conosce il nome, e che ora vive in Canada in una casa di cura, ha ammesso di aver ucciso la donna, a quanto pare una entraineuse, con una pistola di fabbricazione russa della seconda guerra mondiale fuori dal club Blue Lagoon in Carnaby Street (oggi negozio Ben Sherman ndr) dopo che la donna lo aveva truffato e offeso al momento del pagamento per il suo “servizio”. Il pensionato ha spiegato agli investigatori che ha voluto ammettere il suo crimine per cancellarlo dalla coscienza, vista la diagnosi incontrovertibile di cancro diagnosticatagli nel 2013. Durante il riconoscimento, però, l’uomo non ha ricordato il nome della ragazza, ma l’ha indicata senza esitazioni in mezzo a decine di foto di donne uccise nei decenni passati mostrategli dai poliziotti inglesi.

Negli annali dei cold case di Scotland Yard, il caso del Blue Lagoon sembra essere quello con il più lungo intervallo tra il crimine commesso e la confessione di colpevolezza dell’assassino di tutta la storia britannica. Il rapporto del 1946 afferma che la signorina Cook, all’epoca residente a Devonshire Terrace, Paddington, è stata uccisa il 10 novembre 1946 con quattro colpi di pistola al petto in un vicoletto nei pressi dell’ingresso del club. Nel rapporto alcuni testimoni avevano confermato che l’assassino era tra i 25 e i 30 anni, vestito con un impermeabile stile Burberry e con un cappello di colore scuro. Diverse persone l’avrebbero perfino inseguito, ma lui scomparve tra la folla nella stazione di Oxford Street. L’omicida ha poi lasciato il Regno Unito per il Canada nel 1951, cinque anni dopo l’assassinio di Margaret, e si è  stabilito nella provincia orientale dell’Ontario, dove si è sposato e ha avuto figli, diventando un cittadino canadese.

La confessione risale a poco più di un anno fa ed è avvenuta in uno degli uffici di polizia della capitale dell’Ontario dove l’uomo si è recato in preda ad una crisi di coscienza. Gli ufficiali canadesi hanno poi avvisato il Met’s Homicide and Serious Crime Command che abitualmente mantiene aperti i casi di omicidio per 100 anni. Per l’assassinio di Margareth Cook venne accusato ma mai arrestato un operaio di 27 anni, tal Robert Currie Wilson, anche se i sospetti subito ricaddero sull’ex marito della ragazza.

Il Crown Prosecution Service ha avviato un procedimento di estradizione nei confronti del 91enne, ma le autorità canadesi devono ancora decidere se l’uomo è ancora sufficientemente in salute per compiere la traversata in Gran Bretagna ed essere processato. All’epoca in Inghilterra vigeva ancora la pena di morte, mentre oggi il 91enne rischierebbe l’ergastolo.

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