"Ho detto monkey a Jefferson, vero, e mi morderei la lingua cento volte per averlo fatto" dice Alessandro Amici, neo acquisto della Pallacanestro Mantovana. I supporter avevano protestato per il suo acquisto
“Ammetto il mio sbaglio, ma non sono razzista. Ho detto monkey a Jefferson, vero, e mi morderei la lingua cento volte per averlo fatto. Ho un brutto carattere e la tensione di quella gara, decisiva per salire in A2, mi ha fatto passare il segno. Chiedo scusa e prometto che non succederà più”. Alessandro Amici, sentito dal fattoquotidiano.it, recita il mea culpa e si dice anche disposto a incontrare quei tifosi della Pallacanestro Mantovana che, saputo del suo probabile arrivo, avevano affisso striscioni al Palazzetto dello Sport con scritte poco gentili, tipo: “Amici, Mantova non ti vuole“.
Questo perché la forte ala pesarese di oltre due metri – che alla fine ha firmato per la squadra mantovana di basket che milita in serie A2 – nel 2014, quando giocava nel Ferrara, in un match decisivo contro Mantova si lasciò andare a frasi razziste contro Jondrè Jefferson, pivot americano di colore degli Stings (questo l’altro nome del team virgiliano). Lo definì “monkey” e al termine della partita negli spogliatoi scoppiò un grosso parapiglia, con i giocatori del Mantova infuriati contro Amici, che mai, prima di oggi, aveva chiesto scusa pubblicamente. “Dopo qualche ora – afferma Alessandro Amici – cercai Jefferson e chiarimmo la cosa fra noi. Alla fine ci lasciammo con una stretta di mano”. Un particolare, quello del chiarimento tra i due cestisti, mai emerso fino ad oggi.
“Nella mia carriera – prosegue l’ala pesarese – ho giocato con tantissimi stranieri, americani, slavi… Insomma, ditemi di tutto ma non definitemi razzista. Ripeto, quella frase l’ho detta ma è uscita dalla mia pancia non dal mio cervello”. Alessandro Amici sa che quella concessagli dagli Stings è un’ottima opportunità per rilanciarsi e cercherà di non sprecarla: “Non posso fallire, quest’anno per me è decisivo e prometto che lavorerò duro. Soprattutto cercherò di migliorare il mio carattere che, troppe volte, mi ha penalizzato. Sono impulsivo, istintivo e questo alla fine si paga”. Certo rimane da capire quale sarà l’atteggiamento dei tifosi mantovani, i Sota chi Toca, che avevano definito Amici persona non gradita a Mantova: “Amici – avevano detto i supporter mantovani al fattoquotidiano.it – non incarna i valori della nostra tifoseria: rispetto, umiltà e amicizia. Per questo a Mantova non lo vogliamo. Le nostre non sono valutazioni tecniche, Amici è un’ottima ala, ma nella vita e nello sport ci sono altri valori che vogliamo prevalgano”.
I peccati del giocatore sotto accusa, oltre a quello più grave di razzismo, sarebbero altri. Non ultimo il rapporto difficile con le tifoserie avversarie, mantovane e triestine su tutte. In particolare nella partita successiva a quella in cui insultò Jefferson chiamandolo scimmia, Amici se la prese con i tifosi virgiliani rivolgendo loro gesti volgari. “Abbiamo potuto constatare-hanno spiegato i tifosi mantovani – come non si trattasse di un caso isolato: le stesse provocazioni infatti, sono state fatte nei confronti di altre tifoserie, ultima delle quali nella gara di quest’anno contro Trieste in diretta su Sky”. I supporter della Pallacanestro Mantovana avevano detto che, in caso di acquisto del giocatore, avrebbero cercato di boicottare la stagione non acquistando biglietti e abbonamenti. A meno che Amici non avesse chiesto scusa a loro e a tutte le altre tifoserie offese: “Sono disposto farlo” dice ora il cestista. I tifosi non sembrano, al momento, molto soddisfatti dell’atteggiamento della società che non ha tenuto in conto per nulla la loro opinione.