“Il mio assistito ha tentato il suicidio in carcere”. A rivelare quanto accaduto nel penitenziario di Bergamo è stato Claudio Salvagni, il legale del muratore di Mapello, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio e per questo detenuto dal 16 giugno 2014. Secondo la ricostruzione dell’avvocato, il fatto è avvenuto sabato scorso, all’indomani dell’udienza del processo a suo carico. I dettagli dell’episodio, tuttavia, sono ancora tutti da chiarire. A denunciare l’atto di autolesionismo al legale è stata Marita Comi, la moglie di Bossetti. La donna era stata proprio sabato in carcere a trovare il marito. A sentire le parole dell’avvocato, il gesto potrebbe essere legato ai rapporti extraconiugali della donna, come emerso durante l’udienza di venerdì scorso nel processo che vede Bossetti come unico imputato per la morte della 13enne di Brembate di Sopra. Il presunto assassino si sarebbe servito di una cinghia. Ma le modalità non sono state ancora chiarite e l’episodio, come spiega Corriere.it, non è stato riferito al pubblico ministero né Bossetti è stato portato in ospedale. Il tentativo di autolesionismo è stato fermato in tempo dagli agenti di polizia penitenziaria, che sono stati sollecitati dai legali dell’accusato a non perderlo d’occhio in più occasioni. L’avvocato Salvagni è in attesa di una relazione da parte dell’amministrazione dell’istituto penitenziario.
Il presunto tentativo di suicidio di Bossetti nel carcere di Bergamo “non si è mai verificato”, ha detto invece Donato Capece, il segretario generale del sindacato della polizia penitenziaria Sappe. “Ho sentito il segretario generale della Lombardia – ha aggiunto Capece – il quale mi ha riferito che la notizia è priva di fondamento. In sostanza non è accaduto nulla. Fa specie che circolino certe notizie dopo due drammatici fatti come i suicidi degli ultimi giorni”.