Ma secondo Brigitte Bardot i fondi che verrebbero utilizzati per eliminare i felini sarebbero meglio spesi in una campagna di sterilizzazione su larga scala. La mitica attrice, oggi 80enne, ha definito il piano australiano “orribile” anche per la comunità internazionale. “Questo genocidio animale è inumano e ridicolo. Oltre ad essere crudele, uccidere questi gatti è assolutamente inutile, dato che tutti gli altri continueranno a riprodursi. E ne soffrirà l’immagine dell’Australia”, spiega nella lettera l’animalista.
“Sono uno tsunami di violenza e di morte per le specie native dell’Australia”, aveva detto il ministro Hunt nei giorni scorsi. I gatti sono stati introdotti in Australia, a fine XVIII secolo, dagli europei. Oggi quelli selvatici, secondo le stime del governo, sono stati identificati come i maggiori responsabili delle estinzioni: avrebbero causato la fine di oltre il 10% delle specie di mammiferi native scomparse.
La posizione espressa pubblicamente da Brigitte Bardot dà la sponda all’organizzazione animalista Animals Australia che si è detta scettica e ha criticato il piano del governo: “Bisogna ricordare che la minaccia primaria e più significativa alla sopravvivenza delle specie native australiane è la distruzione del loro habitat e delle loro fonti di cibo”, ha chiarito la portavoce Lisa Chalk. “Inoltre l’uso di veleno in aree suburbane mette a rischio gli animali domestici e i carnivori nativi”. In attesa di sapere come risponderà il ministro B.B. è stata chiara.