Il valzer del moscerino
“La mia famiglia si è trasferita in provincia di Modena prima che io nascessi. Mio padre era di Termoli, mia madre di Jesi, in provincia di Ancona. Una giovane coppia, lui medico, lei casalinga, che come tante allora ha lasciato la propria terra per lavoro, dal momento che mio padre era medico”. La storia di Cristina D’Avena, una storia straordinaria, parte come una storia qualsiasi, di una coppia che per lavoro si sposta, emigra. “Siccome sin da piccolissima cantavo, cantavo sempre, le suore del paesino dove i miei si erano trasferiti, proposero ai miei di mandarmi alle selezioni dello Zecchino d’Oro. Loro erano in contatto con l’Antoniano di Bologna ed erano convinte che mi avrebbero preso. Dopo oltre dieci selezioni durissime, così è stato”. Tutti abbiamo visto la piccolissima Cristina cantare Il valzer del moscerino. Cristina aveva appena tre anni e mezzo. Tutto è iniziato da lì. “Io allora ero timidissima, non che ora lo sia meno, ma mi sono abituata a stare davanti a un pubblico. Comunque, da quel momento mi hanno presa nell’Antoniano, e quando, alcuni anni dopo, la neonata Fininvest ha deciso di investire nel mondo dei Cartoon, per contrastare la RAI, che su quel fronte era fortissima, cercando una voce e un volto giovani per cantare alcune sigle, l’Antoniano ha deciso di fare il mio nome.”. La fa semplice, Cristina. Tutto lineare, come la sua voce, chiara e cristallina, appunto. Ma forse la fa semplice perché semplice è stata. Cristina si è trovata al posto giusto nel momento giusto, e il momento giusto era un’epoca, gli anni Ottanta, in cui l’Italia stava crescendo, le cose andavano bene e si pensava a costruire qualcosa, un progetto, un sogno.