Digital Life Tech Test E ReadersStiamo diventando tutti lettori digitali? Se consideriamo che durante il Prime Day di Amazon, tenutosi lo scorso 15 luglio, l’oggetto più venduto in Italia è stato l’ultimo modello di Kindle Paperwhite, l’ereader della società americana, la risposta è sì. Per chi non lo sapesse il Prime Day è una bella trovata di Jeff Bezos per invogliare le persone ad acquistare: una giornata in cui i clienti Prime possono usufruire di sconti decisamente vantaggiosi e di consegna gratuita.

Per tranquillizzare chi preferisce il ‘profumo della carta’, è bene precisare che i lettori digitali in Italia sono ancora pochi, ma in costante crescita, come ha evidenziato recentemente anche il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.

E mentre da noi gli e-book crescono, da oltreoceano arrivano notizie in controtendenza. Secondo i dati diffusi dal AAP- Association of American Publishers, nel primo trimestre 2015 la vendita di e-book negli Stati Uniti ha registrato un calo del 7,5% rispetto allo stesso periodo del 2014, con un giro d’affari di 374,1 milioni di dollari contro i 404,5 milioni del 2014. Ma i responsabili dell’Associazione non sono preoccupati e considerano queste fluttuazioni normali, inoltre alla fine del 2014, a fronte di una riduzione del numero di copie vendute, il fatturato dei libri digitali è risultato in crescita.

Ma torniamo all’Italia dove gli e-book iniziano ad avere sempre più adepti. Del resto nel nostro Paese la diffusione di tablet è in costante crescita e ogni possessore di tablet è un potenziale lettore di e-book. Anche se io non mi stanco mai di ripetere che il miglior strumento per leggere un libro digitale è l’e-reader che non affatica gli occhi ed è decisamente più maneggevole.

In ogni caso, la diffusione degli e-book sembra avvenire nonostante molte case editrici ancora si concentrino sul cartaceo e propongano l’edizione digitale solo dopo mesi. Una riluttanza comprensibile visto che con gli e-book è scoppiato anche il self-publishing, un fenomeno ben analizzato e descritto nell’articolo di Antonio Leggieri pubblicato da Il Fatto Quotidiano.

All’analisi di Leggieri aggiungo che il fenomeno self-publishing ha registrato anche un’inspiegabile chiusura da parte di quotidiani e riviste che difficilmente recensiscono le opere degli autori autopubblicati. Dirò di più, molti blasonati periodici non prendono proprio in considerazione gli e-book, anche quelli pubblicati dalle case editrici, riservando le loro recensioni solo ai libri cartacei.

Un vero peccato perché nel mare magnum dei self vi sono opere che meriterebbero attenzione e che vengono scoperte solo a posteriori, ovvero quando una casa editrice blasonata ne propone una nuova edizione. E questa dimenticanza spesso contagia anche gli organizzatori di eventi, infatti a Elba Book, il festival dell’editoria indipendente che si terrà a Rio nell’Elba dal 29 al 31 luglio, non c’è traccia di self-publishing. E chi è più indipendente di un autore autopubblicato?

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