Parlamentari sul piede di guerra. Per l'annunciata agitazione sindacale che potrebbe paralizzare i voli. Nella stessa giornata in cui si terrà il voto finale sul decreto legge in materia di fallimenti. Lamentele contro la presidente Boldrini. E i capigruppo che hanno deciso il calendario dei lavori
Deputati nel panico alla Camera per l’annunciato sciopero del settore aereo per venerdì. Un’agitazione che potrebbe paralizzare i voli nella stessa giornata in cui, come deciso dai capigruppo di Montecitorio martedì notte, si terrà il voto finale sul decreto legge in materia di fallimenti in cui sono confluite alcune norme precedentemente contenute nel decreto sull’Ilva di Taranto.
Normalmente, subito dopo la votazione prevista alle 13 ci sarebbe il “fuggi fuggi” degli onorevoli verso Fiumicino per tornare a casa nel weekend. Un’operazione che domani potrebbe essere particolarmente difficile. “Alitalia già non prende più prenotazioni”, dice sconsolato un parlamentare a un collega in Transatlantico. Il quale, a sua volta, se la prende con la presidente Laura Boldrini (nella foto in alto) e con capogruppo del Pd a Montecitorio Ettore Rosato, che ha spinto per avere ad ogni costo il voto finale venerdì senza slittare alla prossima settimana. “Non hanno idea di quello che succede fuori di qui, pensano solo ad andare avanti come treni, ma di come facciamo noi a tornare a casa non gliene importa proprio niente”, sbotta il parlamentare di maggioranza, che per il voto finale vaticina possibili assenti.
“Gli starebbe bene andar sotto in quella votazione. La prossima settimana poi non c’è niente di fondamentale da votare, per cui si poteva tranquillamente andare a lunedì sera o martedì”, sbotta un altro giovane deputato del Pd, che non ha trovato neanche un posto sui treni del venerdì pomeriggio verso la sua Puglia e già pensa ad un weekend romano, lontano dal refrigerio della spiaggia avita.