Non si placano le polemiche sui ritardi nei pagamenti della Naspi (la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) e, intanto, in Parlamento fioccano le interrogazioni al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per chiedere conto delle numerosissime segnalazioni fatte da persone rimaste disoccupate che, ad oggi, pur avendo già presentato domanda di disoccupazione all’Inps, non hanno ancora ricevuto la prima rata di pagamento.
Fate presto. Non ci sono scuse. E’ questo l’obiettivo di fondo degli atti depositati dai deputati di ben tre Gruppi Parlamentari (Sel, M5S e Alternativa Libera) che voglio ringraziare, anche a nome di tutte le persone che mi hanno scritto e di quelle che si sono impegnate a sollevare una questione di rilevanza essenziale di cui mi ero occupata solo due settimane fa.
Si legge nell’interrogazione di Sel, a prima firma dell’On. Lara Ricciatti che a segnalare con forza i disagi causati dal nuovo regime di indennità è stata anche l’Anief, che in una recente nota diffusa agli organi di stampa ha sostenuto come a distanza di due mesi e mezzo dall’entrata in vigore delle nuove indennità di disoccupazione il sindacato continua a ricevere miriadi di segnalazioni sulla mancata erogazione della prima rata, con disagi per 200 mila docenti precari. Il presidente dell’Inps Tito Boeri il 14 luglio 2015, a margine di un’audizione al Senato sul Jobs Act, ha annunciato l’avvio della procedura di liquidazione degli assegni della Naspi, con i primi pagamenti previsti già dal giorno successivo, ma nonostante tali dichiarazioni il problema resta attuale e rilevante. Si chiede, infine, al governo: quali iniziative urgenti saranno adottate per accelerare la liquidazione delle indennità?
Durissima anche l’interrogazione di M5S, a prima firma dell’On. Silvia Chimienti, che oltre a evidenziare alcune criticità sulla nuova indennità di disoccupazione che andrà a sostituire le precedenti forme di sostegno Aspi e mini-Aspi, mette in evidenza le lungaggini burocratiche della pubblica amministrazione nella erogazione dell’ammortizzatore sociale, nonostante questo rappresenti per il lavoratore rimasto disoccupato, di primaria importanza per il proprio sostentamento e quello della sua famiglia. Poche chiacchiere, “si elude, in questo modo, l’articolo 38 della Costituzione che sancisce che ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortuni, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”. E quali provvedimenti immediati adotterà Poletti per ovviare al grave problema del ritardo dell’erogazione della Naspi?
Sulla stessa linea anche l’interrogazione presentata dall’On. Marco Baldassare di Alternativa Libera dove si legge “a Livorno sono oltre mille i lavoratori che hanno fatto domanda di Naspi, che vanno ad aggiungersi alle altre migliaia di lavoratori italiani che da qui a settembre, perderanno ogni forma di sostegno al reddito; un intervento urgente è reso impossibile a causa del ritardo annunciato, cosa che aggrava ulteriormente il disagio e l’insicurezza proprio delle persone più bisognose di aiuto e, soprattutto contrasta con il rispetto dello stato di diritto”.
Mi auguro sinceramente che tutte queste sollecitazioni al governo riescano a sortire veramente un effetto positivo e accelerare le procedure. Un lettore qualche giorno fa mi ha scritto: “Per oggi ancora nulla” e mi fermo qua.
Ministro Poletti, Presidente Boeri, sbrigatevi.